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La coperta corta dell’extra-deficit tra sisma, migranti e spinta…

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L'Analisi|L’ANALISI

La coperta corta dell’extra-deficit tra sisma, migranti e spinta al Pil

L’extradeficit è certificato, e il Governo si appresta a chiedere il preventivo via libera al Parlamento. Passaggio obbligato, come prevede la “legge rinforzata del 2012”, per deviare dalla traiettoria fissata in precedenza. La somma dei vari addendi fisserà così l’asticella del deficit 2017 al 2,4% del Pil: 3,2 miliardi in più, quale effetto della revisione al rialzo dal precedente target (1,8%) al nuovo obiettivo programmatico (2%) - deviazione resasi necessaria a causa della frenata del Pil - cui andranno ad aggiungersi 7,7 miliardi, pari allo 0,4% del Pil, frutto dell’auspicata, nuova “flessibilità” europea. Con quale destinazione? Al momento – secondo quanto ammette lo stesso ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan – lo 0,4% di deficit in più “rappresenta un margine entro il quale ricomprendere le spese necessarie”.

Il riferimento è in prima battuta ai costi da sostenere per le emergenze terremoto e migranti, ma in realtà i conti esatti su come utilizzare questo extradeficit sono in via di definizione. Sarà la legge di Bilancio a mettere a punto l’intero quadro delle misure in cantiere e a fissare l’importo finale della manovra, che al momento oscilla attorno ai 25 miliardi. Di certo – come ribadisce la Nota di aggiornamento al Def appena trasmessa al Parlamento - nei saldi della manovra andranno iscritti i 15,1 miliardi necessari a evitare che dal prossimo anno scattino le clausole di salvaguardia (aumento di Iva e accise), previste dalle precedenti leggi di stabilità. Operazione finanziata tenendo conto che già in maggio la Commissione europea ha autorizzato l’incremento del deficit 2017 dal precedente 1,4% (1,1 nella stima di partenza) all’1,8 per cento.

Anche l’ulteriore margine dello 0,2% indicato dalla Nota di aggiornamento servirà a tale scopo portando così il totale del nuovo indebitamento destinato a neutralizzare le clausole allo 0,9% del Pil (appunto circa 15 miliardi). Esaurito il capitolo delle vecchie clausole, si aprirà il cantiere della manovra vera e propria, vale a dire degli interventi diretti a finanziare gli interventi in via di perfezionamento, dagli 1,5 miliardi previsti per il pacchetto previdenziale nel primo anno, alle misure di sostegno all’economia. Tra queste la proroga del superammortamento del 140% per l’acquisto di nuovi beni strumentali da parte delle imprese, nonché il finanziamento ex ante del taglio dell’Irpef che scatterà dal 2018. Se tutto il maggior deficit, ascritto per ora nominalmente alle voci terremoto e migranti, verrà effettivamente utilizzato a tal fine, ne consegue che la manovra di sostegno alla crescita dovrà essere interamente finanziata con tagli alla spesa e maggiori entrate.

La dote della spending sarà in realtà più contenuta e sull’utilizzo dell’extradeficit vi è da tener conto dell’orientamento di Bruxelles, che assimila le spese per i migranti, al pari degli interventi urgenti per il terremoto, a delle una tantum per importi decisamente più contenuti rispetto ai 7,7 miliardi previsti dal Governo. Da qui il possibile utilizzo dell’extradeficit anche per coprire altre misure, se opportunamente motivate. Nel caso delle spese per il piano “Casa Italia”, si potrebbe invocare lo spazio non utilizzato quest’anno (0,25%) della clausola sugli investimenti. Esercizio comunque complesso, da verificare con gli uffici della Commissione, e dall'esito incerto.

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