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Raggi sceglie i nuovi assessori Ma si aggrava il caso Muraro

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Raggi sceglie i nuovi assessori Ma si aggrava il caso Muraro

Virginia Raggi non poteva permettersi di rimanere un’ora di più con la giunta priva di due caselle fondamentali come il Bilancio e le Partecipate. Nel giorno in cui emergono presunte nuove responsabilità dell’assessore all’ambiente Paola Muraro nell’ambito dell’indagine aperta dalla Procura di Roma e all’indomani delle presunte dimissioni del Ragioniere generale della Capitale (con cui ieri si è fatta fotografare), la sindaca decide di porre fine alla telenovela sul completamento del suo esecutivo affidando il Bilancio a un suo fedelissimo qual è Andrea Mazzillo - capo staff della Raggi e mandatario per la raccolta fondi della sua campagna elettorale con un passato nel Pd come sostenitore di Nicola Zingaretti - e le Partecipate all’imprenditore veneto Massimo Colomban, vicinissimo a Casaleggio e anche lui grillino di adozione e non di nascita (a suo tempo sostenne il leghista Luca Zaia nella corsa alla guida del Veneto).

Una scelta che suona come un compromesso: garantisce ai vertici del M5s di avere un loro uomo nel governo della Capitale, a cui spetterà riorganizzare le disastrate aziende del Campidoglio, mentre la sindaca potrà contare al Bilancio su un assessore del cosiddetto “raggio magico”. Messi da parte i veti nei confronti di Mazzillo dovuti non solo dalla sua precedente esperienza politica ma anche per essere stato uno dei protagonisti del cosiddetto blitz di agosto, quando fu nominato capostaff dalla sindaca con uno stipendio di circa 90mila euro. Il neo assessore al Bilancio è tra l’altro figlio di Luigi Mazzillo, magistrato della Corte dei conti come De Dominicis e Tutino avvicinati precedentemente dalla Raggi per coprire la casella del Bilancio.

A mettere il suggello sulle nomine è stato però Beppe Grillo che blinda la Raggi («ha la mia fiducia e di tutto il M5s») e i due nuovi assessori: «Sono sicuro che entrambi faranno un ottimo lavoro per realizzare il programma M5S votato dalla stragrande maggioranza dei romani. Andiamo avanti per portare al successo le nostre idee». Parole che servono a mettere a tacere i malumori interni che emergono non solo nei commenti in rete ma anche tra i parlamentari pentastellati a cui il leader ha chiesto il silenzio stampa su Roma. Anche la sindaca ovviamente rivendica la scelta di Mazzillo: «È un nostro attivista, uno di noi», garantisce mentre sui siti compare una foto in cui si rifugia sui tetti del Campidoglio per sfuggire a orecchie indiscrete. A Luigi Di Maio il compito di far emergere l’autonomia del primo cittadino della Capitale: «Sono nomi decisi da Virginia Raggi». Come quello di Paola Muraro, l’assessore all’ambiente su cui stanno emergendo nuove responsabilità nell’ambito dell’inchiesta giudiziaria in cui è coinvolta e che la vedrebbe indagata oltre che per reati ambientali anche per abuso d’ufficio in concorso con Giovanni Fiscon ex direttore generale dell’Ama, e tra gli imputati nel processo di Mafia Capitale.

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