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Roma, per i conti il nodo partecipate

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Roma, per i conti il nodo partecipate

  • –Manuela Perrone

ROMA

«I conti non sono in ordine», soprattutto per quello squilibrio di un miliardo di euro tra l’ente centrale e le partecipate messo nero su bianco dal ragioniere capo del Campidoglio. La sindaca di Roma, debuttando in assemblea capitolina con il “Raggi bis” che suggella Andrea Mazzillo al Bilancio e Massimo Colomban alle Partecipate, non nasconde che il quadro contabile di Roma Capitale è «in grande sofferenza». E per la prima volta, ringraziando i romani per «la fiducia e la pazienza», fa mea culpa: «Sarebbe ipocrita negarlo: in questi primi mesi abbiamo avuto qualche difficoltà. Ma ci hanno aiutato a crescere».

Si riparte, dunque. Con il tandem Mazzillo-Colomban incaricato di «fare ordine» nel bilancio e nella giungla delle partecipate, che costa al comune 1,67 miliardi di euro, l’80% dei quali assorbiti da trasporti e rifiuti. Raggi ha ricordato il curriculum del suo neoassessore al Bilancio: «Dottore commercialista, abilitato ma non iscritto all’albo perché dipendente in aspettativa di Equitalia». Uno dei fedelissimi della sindaca, insieme al vicesindaco Daniele Frongia, al capo segreteria Salvatore Romeo e al responsabile del Personale Raffaele Marra. «Fino a poco fa - ha ricordato Raggi - è stato il mio capo staff (nominato ad agosto con uno strascico di polemiche a causa del compenso di quasi 90mila euro, ndr). Ha partecipato al lavoro della commissione Spending review durante la scorsa consiliatura, presieduta da Frongia, contribuendo a trovare un “tesoretto” di sprechi da 1,2 miliardi di euro. Ha inoltre collaborato con l’attuale presidente dell’Aula e allora consigliere, Marcello De Vito, al tavolo cittadino sul bilancio del M5S».

Rispondendo all’interrogazione di Michela Di Biase , capogruppo Pd in assemblea, sullo stato delle casse capitoline, Mazzillo ha sottolineato che il saldo presso la Banca d’Italia al 30 settembre 2016 è superiore a 650 milioni. Mentre il saldo finanziario di Roma Capitale, all’ultima variazione approvata al 30 settembre, è superiore di 4 milioni. Il comune potrebbe inoltre ricorrere anche ad anticipazioni di circa 1,3 miliardi dalle banche tesoriere. Ergo, «le tensioni finanziarie appaiono scongiurate».

Sui rapporti con le partecipate, Mazzillo ha riconosciuto che l’attività di raccordo con il Campidoglio «non sia stata portata avanti in via ordinaria» e che è mancata una coerente gestione degli uffici, tra cui quello di auditing «non coerentemente implementato». Un punto su cui ora si interverrà per «pervenire alla chiarezza dei saldi di bilancio». Ma poi Mazzillo ha attaccato: «Le conseguenze negative evidenziate sono frutto di scelte la cui riferibilità politica non è estranea all’interrogante stessa». E qui sono partite le scintille, perché Di Biase ha rammentato il passato di Mazzillo nel Pd (era stato candidato a Ostia in una lista civica a sostegno di Veltroni e aveva sostenuto Zingaretti alle primarie per la segreteria della Regione Lazio): «Ma noi non eravamo compagni di partito? Basta scaricabarile». A difenderlo è sceso in campo il vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio: «Noi abbiamo un programma e ci avvaliamo di tutte le persone che vogliono portarlo avanti». Più tardi, in conferenza stampa, Mazzillo ha annunciato la volontà di mettere a reddito «l’immenso patrimonio del comune» e ha scongiurato disastri: «Non siamo assolutamente vicini al dissesto finanziario». Il piano di rientro «è rispettato», il debito è «coperto da finanziamenti, un debito finanziario che oltretutto serve per adempiere ad obblighi normativi e che si aggira intorno a 1,2 miliardi di euro». Poi c’è il debito storico da 13 miliardi : lunedì Mazzillo dovrebbe incontrare la commissaria Silvia Scozzese. E Raggi in settimana sarà al Mef: vedrà il sottosegretario Claudio De Vincenti per la questione del salario accessorio congelato da maggio per 23mila dipendenti comunali.

Resta intanto aperta la posizione dell’assessora all’Ambiente Paola Muraro, indagata a Roma per gestione non autorizzata dei rifiuti e abuso d’ufficio. La sindaca tiene il punto ma la base pentastellata freme, dai municipi parte la richiesta di un sondaggio. Muraro, ospite ieri sera a Piazzapulita su La7 ha ribadito: «Non ho intenzione di dimettermi. Ho subito un attacco mediatico senza precedenti. Sono un tecnico, ho lavorato in Ama con sette amministratori di destra e di sinistra». Ha «smentito categoricamente» la relazione con l’ex dg Fiscon che le è stata attribuita da alcuni giornali. E i rapporti con il ras dei rifiuti Manlio Cerroni? «È stato l’alibi di tanta politica: l’ha usata, come i politici hanno usato lui. Noi non siamo così. E diamo fastidio».

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