Papa Francesco - annunciando il prossimo concistoro per il 19 novembre - ha designato 17 nuovi cardinali: 13 di 11 Paesi diversi sono possibili elettori in un eventuale conclave, tra i quali il nunzio apostolico in Siria Mario Zenari, che resta comunque alla nunziatura di Damasco. E 4 ultraottantenni (non elettori), tra i quali l’italiano Renato Corti, arcivescovo di Novara e il semplice sacerdote albanese Ernest Simoni di Scutari.
Gli altri 12 cardinali, oltre a Zenari, elettori indicati oggi dal Papa sono:
Dieudonne Nzapalainga, arcivescovo di Bangui, nella Repubblica centrafricana;
Carlo Osoro Sierra, arcivescovo di Madrid in Spagna;
Sergio da Rocha, arcivescovo di Brasilia in Brasile;
Blase Cupich, arcivescovo di Chicago negli Stati Uniti;
Patrick D'Rozario, arcivescovo di Dhaka in Bangladesh;
Baltazar Enrique Porras Cardozo, arcivescovo di Merida, in Venezuela;
Jozef De Kesel, arcivescovo di Maline-Bruxelles, in Belgio;
Maurice Piat, arcivescovo di Port Louis nella Isola Maurizio;
Kevin Farrell, prefetto del dicastero per i laici, famiglia e vita;
Carlos Aguiar Retes, arcivescovo di Tlalnepantla in Messico;
John Ribat, arcivescovo di Port Moresby, in Papua Nuova Guinea;
Joseph William Tobin, arcivescovo di Indianapolis negli Stati Uniti.
Da sacerdote a cardinale
Dai lavori forzati all’incontro con Francesco, nel volume scritto da Mimmo Muolo e pubblicato dalle Paoline, Ernest Simoni è l’unico sacerdote, ancora vivente, testimone della persecuzione del regime di Enver Hoxha, che proclamò l’Albania il «primo Stato ateo al mondo».
Don Ernest, nato a Troshani nel 1928, ha vissuto 11.107 giorni di prigionia (30 anni) e lavori forzati (muratore, minatore e poi addetto alle fogne di Scutari).
La prima Messa di don Ernest è del 1956. Il 24 dicembre 1963 - ha raccontato a Stefano Pasta per «Credere», la rivista ufifciale del Giubileo - appena finito di celebrare la vigilia di Natale nel villaggio di Barbullush, si presentarono quattro ufficiali con un ordine di arresto e fucilazione. Prendendomi a calci mi misero nella loro macchina». Per tre mesi rimase a Scutari nella stanza d’isolamento. Alla fine trovarono un pretesto per condannarlo: «Secondo le indicazioni di Paolo VI a tutti i preti del mondo, avevo celebrato tre messe per l’anima del presidente americano John Kennedy, ucciso un mese prima del mio arresto.
Inoltre ero abbonato alla rivista russa L’Union soviétique, ormai invisa al regime filocinese. La condanna a morte arrivò dopo un interrogatorio in cui mi strinsero degli anelli di ferro ai polsi così forte che si fermarono i battiti del cuore». Era pronto a morire, ma inaspettatamente la sentenza fu commutata in venticinque anni di detenzione.
Nei primi anni di lavori forzati, il sacerdote deve spaccare le pietre estratte da una cava con una mazza di ferro pesante una ventina di chili. Poi, nella miniera di Spaç, scende in gallerie buie scavate nella montagna; di quel periodo ricorda le punizioni: «Una delle più dolorose era quella di colpire ripetutamente i talloni con i manganelli».
Per don Ernest la liberazione arriva il 5 settembre 1990.
I nuovi numeri del Concistoro
Ecco cambia la geografia del Collegio cardinalizio in Vaticano. I nuovi porporati provengono 5 dall'Europa, 4 dal Nord America, 2 dall'America Latina, 3 dall'Africa, 2 dall'Asia e 1 dall'Oceania.
Sette le nazioni che ora avranno un cardinale: Centrafrica, Bangladesh, Papua - Nuova Guinea, Mauritius (elettori), Malaysia, Lesotho, Albania (non elettori).
Al momento del Concistoro, saranno 228 i cardinali: 55 creati da Papa Francesco, 78 da Benedetto XVI, 94 da Giovanni Paolo II e 1 da Paolo VI.
Il numero dei cardinali che potrebbero entrare in Conclave per eleggere il nuovo Pontefice è ora di 121, mentre 107 sono cardinali non elettori.
La suddivisione per aree geografiche dei 121 elettori vede 54 cardinali europei, 17 nordamericani, 4 centroamericani, 13 sudamericani, 15 africani, 14 asiatici e 4 oceanici.
Per quanto riguarda le singole nazioni, l'Italia resta quella più largamente rappresentata con 25 cardinali elettori, seguita dagli Usa con 10, da Francia e Brasile con 5, da Spagna, Polonia, India e Messico con 4, da Germania e Canada con 3, da Portogallo, Argentina, Venezuela e Filippine con 2 cardinali elettori.
Il Giubileo mariano
Papa Francesco oggi in piazza San Pietro celebra il Giubileo mariano, uno degli ultimi quattro appuntamenti giubilari dell'Anno Santo straordinario della misericordia, annunciato dal Pontefice il 13 marzo del 2015 e aperto lo scorso 8 dicembre nella ricorrenza liturgica della Immacolata concezione.
A novembre, all'interno della Basilica Vaticana, si svolgeranno il 6 il Giubileo dei carcerati e il 13 il Giubileo dei senza fissa dimora, prima della messa di chiusura dell'Anno Santo, in piazza San Pietro il 20 novembre, nella solennità di Cristo Re.
Le parole del Papa
Saper ringraziare Dio per i tanti doni che ci fa nella nostra vita e seguire l'esempio di Maria, «una semplice ragazza di Nazaret, che non viveva nei palazzi del potere e della ricchezza, che non ha compiuto imprese straordinarie» ma che è stata scelta da Dio per essere la madre del Salvatore.
“«Preferiamo chiuderci nelle sicurezze materiali, intellettuali, dei nostri progetti?»”
Papa Francesco
«Il cuore di Maria, più di ogni altro - ha aggiunto Francesco - è un cuore umile e capace di accogliere i doni di Dio. E Dio, per farsi uomo, ha scelto proprio lei».
«Chiediamoci - ha quindi aggiunto - se siamo disposti a ricevere i doni di Dio, o se preferiamo piuttosto chiuderci nelle sicurezze materiali, nelle sicurezze intellettuali, nelle sicurezze dei nostri progetti. Saper ringraziare, saper lodare per quanto il Signore fa per noi, quanto è importante! - ha concluso il Papa - E allora possiamo domandarci: siamo capaci di dire grazie? Quante volte ci diciamo grazie in famiglia, in comunità, nella Chiesa? Quante volte diciamo grazie a chi ci aiuta, a chi ci è vicino, a chi ci accompagna nella vita? Spesso diamo tutto per scontato!».
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