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Padoan: grande collaborazione con la Ue

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Padoan: grande collaborazione con la Ue

  • –Alessandro Merli

WASHINGTON

Si fanno più serrati i contatti fra il Governo e le autorità europee per la definizione della manovra di bilancio, e anche se il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ha parlato ieri di «grande collaborazione», restano divergenze sulle cifre finali. Il 2,4% di deficit pubblico per il 2017, di cui si è parlato in questi giorni, «non è la cifra che ha in mente la Commissione», ha detto il commissario agli affari economici, Pierre Moscovici.

I due hanno avuto un incontro bilaterale a margine delle riunioni del Fondo monetario, si vedranno nuovamente domani per l’incontro dell’Eurogruppo e martedì sera Padoan si presenterà in commissione in Parlamento. Lo stesso Padoan ha delineato una linea di possibile compromesso. Dal 2% originario, il Governo chiederà al Parlamento di alzare il disavanzo al 2,4% «eventualmente». Si tratta di un importo che comprende le «circostanze eccezionali» delle spese per il terremoto in Centro Italia e per i rifugiati. Una soluzione intermedia potrebbe essere individuata attorno al 2,2 per cento. Su queste basi, verrebbe elaborato il Documento programmatico di bilancio, il cosiddetto Draft Budgetary Plan, per il quale Padoan prevede un “sabato lavorativo” la prossima settimana, in vista della presentazione il lunedì successivo. Il ministro è apparso meno conciliante con l’Ufficio parlamentare di bilancio, che ha giudicato ottimistiche le previsioni del Governo nella Nota di aggiornamento del Def e non le trova coerenti con un deficit al 2%. «Il Governo – ha detto – non cambia idea sulle previsioni». Nell’incontro in Commissione, ha precisato, fornirà ulteriori informazioni che confermeranno le valutazioni del Governo.

Padoan ha ripetuto anche la sua opinione sul referendum costituzionale del 4 dicembre prossimo: «Se, come mi auguro e penso, vincerà il Sì verrà accelerato il processo di riforme di cui il Paese ha molto bisogno. In caso contrario, sarà una grande occasione persa per l’Italia». All’osservazione secondo cui l’incertezza sul referendum blocca gli investimenti stranieri, avanzata qui a Washington dall’amministratore delegato di Intesa San Paolo, Carlo Messina, il ministro replica che si tratta di poche settimane e che comunque c’è un’incertezza sui mercati dei capitali che in questo momento riguarda tutti i mercati europei. Le novità di questi incontri di Washington, secondo Padoan, che è un veterano di queste riunioni, prima come direttore esecutivo per l’Italia, poi come capo economista dell’Ocse, sono l’incertezza derivante dalla politica sulla globalizzazione e le prospettive di investimento e l’attenzione ai problemi della disuguaglianza, che ha un impatto negativo sulla crescita.

Molte preoccupazioni alle riunioni di Washington si sono concentrate sui problemi delle banche, a partire da Deutsche Bank. «Se ne parla troppo», si è infastidito il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaueble. Ma anche delle banche italiane. Il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, ha sostenuto che il piano per il Monte dei Paschi (che, in modo piuttosto irrituale, è stata citato esplicitamente dal Fondo monetario nel suo rapporto sulla stabilità finanziaria globale) è «ambizioso». «Noi faremo di tutto - ha detto il governatore - con la nostra capacità tecnica, in collaborazione con l’autorità di vigilanza europea, perché vada per il meglio». Secondo Visco, «viene riconosciuto dall’Fmi come parte di questo sia il trattamento dei crediti deteriorati (Npl): però la strada è segnata». L’Fmi, che nella sua valutazione del sistema finanziario italiano nel 2013 aveva giudicato la sua buona resistenza alla crisi, prima che emergessero più chiaramente gli effetti della recessione sui bilanci bancari, ne effettuerà un’altra l’anno prossimo. Sugli Npl, ha detto Visco, «è importante proseguire nell’utilizzo di tutte le opzioni disponibili» per smaltirli e comunque «non sono d’accordo che vada fatto tutto e subito, Ci viole gradualità». Va inoltre sviluppato un mercato in cui gli Npl vengano trattati a prezzi corretti. Tocca anche alle banche imparare a gestirli, ha sostenuto.

Visco si è anche detto fiducioso che una soluzione per le quattro banche della Good Bank, la cui vendita è in via di definizione, avendo ottenuto una proroga dei termini dalla Commissione europea, «sarà trovata». E ha poi spiegato che la Banca d’Italia tiene continuamente monitorata la qualità dell’attivo delle banche più piccole ed effettua ispezioni e stress test, anche se non ne pubblica i risultati, come del resto fa la Bce per gli istituti minori. Molti di essi sono banche di credito cooperativo che oggetto dell’aggregazione in corso o hanno attivi sotto i 5 miliardi di euro. Quelle in difficoltà si contano sulle dita di una mano, ha detto Visco.

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