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«Il futuro riparte da qui»

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«Il futuro riparte da qui»

  • –Sara Monaci

MILANO

Dal palco dell’assemblea di Assolombarda il premier Matteo Renzi torna a lanciare ancora una volta il ruolo di Milano come «locomotiva d’Italia». Concetto ripetuto più volte nel giro di un mese, anche per sottolineare la vicinanza politica con il progetto amministrativo del sindaco Giuseppe Sala, con cui a settembre ha firmato il Patto per Milano.

E proprio di fronte agli industriali milanesi ieri ha indicato le prossime mosse per la crescita della città e del paese: meno tasse per le imprese; portare la sede dell’agenzia europea del farmaco (Ema) nell’area dell’ex sito espositivo di Expo; taglio dell’Ires; l’anticipo parziale del fondo di garanzia per l’accesso accredito. Infine un nuovo modello a cui ispirarsi: la politica economica americana, non quella europea.

Il ruolo di Milano

Per Renzi Milano prima di tutto. «Milano ha il compito di prendere per mano l’Italia e mostrare che il futuro non è quel luogo così denso di inquietudini, ma la più grande speranza che possiamo avere. L’Italia non è un museo ma un laboratorio di innovazione». E ancora: «Milano da questo punto di vista ci fa da capitale».

I progetti di Milano riguardano prima di tutto lo sviluppo dell’ex area Expo, e proprio Renzi ricorda che «l’Expo ci ha insegnato a non scappare dalle sfide e a non aver paura». Tra le ipotesi di cui si è parlato c’è appunto il trasferimento della sede dell’Ema nel sito di Rho, attraverso un’azione diplomatica con l’Europa a seguito della Brexit, che dovrebbe portare l’Inghilterra fuori dall’Unione europea. «Combatteremo per l’Ema, la scommessa è in campo. Milano per come è governata e percepita è un punto di riferimento assoluto. Questa Milano - ha ribadito - è quella che nei prossimi 20 anni porterà il paese a essere un punto di riferimento». Renzi dunque ha ancora una volta ribadito l’asse politico tra il suo governo e il capoluogo lombardo, amministrata da una giunta di centrosinistra a lui vicina.

Provvedimenti e tasse

Il premier Renzi ha annunciato anche provvedimenti da prendere prossimamente a favore delle imprese. Una parte dei 900 milioni per il fondo di garanzia previsti dalla manovra, a favore dell’accesso al credito, sarà anticipata già nel 2016 «con un provvedimento d’urgenza», ha detto ieri agli industriali milanesi. E rivolgendosi al presidente di Confindustria Vincenzo Boccia ha ammesso: «Sì è vero, ci sono difficoltà nel credito: mettiamo subito 900 milioni e una parte la mettiamo già nel 2016».

Ha ricordato il buon andamento della produzione industriale, come reso noto dall’Istat, cresciuta del 4,1% in agosto. E invitando all’ottimismo non è mancata la nota ironica: «tanti fanno la ola quando le cose vanno male, ma poi stanno zitti quando l’Istat certifica che la produzione è cresciuta».

Si parla anche della riduzione dell’Ires, «per portarla al 24% dal 27,5%, un punto sotto la Spagna. Questo intervento sarà nelle legge di stabilità».

Infine i contratti aziendali. «Il presidente di Confindustria ci ha chiesto di non intervenire - ha sottolineato Renzi in Assolombarda - va bene, diamo fiducia a chi si vuole mettere in gioco, ma fate presto». Da ricordare che il presidente di Confindustria Boccia ha chiesto di non intervenire sui modelli contrattuali ma sulla detassazione dei premi di produzione per favorire lo scambio salari-produttività.

La visione europea

«In questi anni l’Europa - dice Renzi- si è inaridita con regole finanziarie finalizzate a difendere gli interessi di una parte di quei paesi che stanno dominando l’Unione Europa, ma senza l’Italia l’Europa è meno ricca e meno forte. Io considero un modello la politica economica americana, non quella europea».

Infine il sostegno ai giovani: «Se l’Italia cresce meno di altri, se è il Paese con il maggior numero di giovani che se ne vanno, non si deve alla scarsa qualità del mondo imprenditoriale ma all’incapacità della governance istituzionale».

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