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Ecco chi è Antonio Decaro, il renziano «scoperto» da Emiliano

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il ritratto del neopresidente anci

Ecco chi è Antonio Decaro, il renziano «scoperto» da Emiliano

Dal 2015 al 2016 è passato dal secondo al sedicesimo posto nella classifica dei sindaci più amati d’Italia stilata da Ipr Marketing per Il Sole 24 Ore. Ma Antonio Decaro, il primo cittadino dem di Bari appena eletto alla presidenza dell’Anci - l’assemblea nazionale dei comuni che da sedici anni non esprimeva alla guida un sindaco del Sud - mantiene alte percentuali di consenso tra i suoi cittadini: 58,5 per cento. E rappresenta il fil rouge tra il suo mentore politico Michele Emiliano, il potente governatore della Puglia che lo volle in giunta a Bari nel 2004, e il premier Matteo Renzi. Prove di dialogo o tentativo di sminare il campo prima del referendum? Si vedrà.

L’ingegnere dei trasporti “pescato” da Emiliano
Nato nel capoluogo pugliese il 17 luglio del 1970, ingegnere civile, dopo un’esperienza al Politecnico diventa a 29 anni vice capo compartimento dell’Acquedotto pugliese. Nel 2000 comincia a collaborare con l’Anas come direttore dei servizi dei tecnici compartimentali, direttore del centro manutenzione della Provincia e direttore regionale dell’Ufficio progetto. Nel 2004 Michele Emiliano, allora sindaco, lo chiama al suo fianco come “tecnico esperto” per guidare l’assessorato alla Mobilità e al traffico. Nel 2010 viene eletto consigliere regionale nella circoscrizione di Bari.

Renziano della prima ora, da deputato a sindaco
Renziano della prima ora, diventa capogruppo Pd in regione fino ad aprile 2013 svolgendo gratuitamente l’incarico di consigliere delegato alla mobilità. Da allora la strada è in discesa: primo degli eletti nella componente maschile alle “parlamentarie” del Pd, viene proclamato deputato il 15 marzo 2013 all’avvio della XVII legislatura. Ma dieci mesi dopo si candida a sindaco della sua città con l’investitura diretta del governo - celebre il suo spot-sketch con la ministra Maria Elena Boschi che conversa con lui in barese - e vince al ballottaggio contro l’avversario di centrodestra Mimmo Di Paola: si impone con il 65,4% contro il 34,6%, ma la percentuale dei votanti è molto bassa (36%, intorno ai 100mila elettori). Fatto sta che la sua vittoria “stabilizza” la sinistra in Puglia e conferma il tracollo della destra dove l’ex delfino di Berlusconi, Raffaele Fitto, faceva il pieno di preferenze.

Parità di genere e reddito di cittadinanza
Le promesse di Decaro sindaco sono due: una giunta giovane e rosa e il reddito minimo di cittadinanza. La prima è mantenuta: età media 41 anni, cinque donne (con deleghe pesanti come quelle economiche) e cinque uomini. La seconda pure, ma con il nome di «cantieri di cittadinanza» (anche per smarcarlo dal cavallo di battaglia dei Cinque Stelle): nel 2014 si parte con 400 euro al mese per un anno ai disoccupati con Isee inferiore ai 3mila euro, in cambio di ore lavoro in cooperative e associazioni. Nel 2016, con Emiliano governatore, la misura diventa regionale e assume il nome di Red, “reddito di dignità”: da 210 euro (se si è single) a 600 euro al mese (per una famiglia di cinque persone).

Il gioco di equilibri dentro il Pd e con il M5S
Alla presidenza dell’Anci Decaro arriva con questo doppio filo: il premier da un lato, il battagliero ex pm presidente della Regione dall’altro. Serve a Renzi per rinvigorire al Sud la campagna per il sì al referendum sulle riforme costituzionali - anche se non potrà schierarsi da presidente dei sindaci - mentre Emiliano è schierato per il no, ma anche per stemperare i possibili attriti con il governatore su alcune questioni calde, a partire dall’Ilva. Perché i rapporti tra due sono per ora ottimi. «È una grande giornata, sono emozionatissimo», ha commentato l’elezione Emiliano. «È un’emozione che deriva dall’affetto che ho per Antonio e dal fatto che è il sindaco di Bari. Era da tempo che la presidenza dell’Anci non scendeva al Sud e quindi credo che sia un motivo di soddisfazione per i pugliesi e per tutti i meridionali». Punzecchiato dai cronisti che gli chiedevano se Decaro non fosse troppo renziano, il governatore ha tagliato corto: «No, assolutamente. Tutti sono renziani, poi si vedrà». Di certo c’è che Decaro si presenta fumando il calumet della pace. Anche con i Cinque Stelle che non lo hanno votato, preferendo astenersi e avvisando che o l’Anci cambia o a gennaio usciranno. «Ho fatto loro un appello a restare», ha detto appena eletto. «Il cambiamento si fa dall’interno dell’Anci».

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