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Riforma Inps, parte il taglio dei dirigenti

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piano di riorganizzazione

Riforma Inps, parte il taglio dei dirigenti

Il presidente dell’Inps, Tito Boeri, ha annunciato ieri la firma degli atti amministrativi (si tratta di tre «determinazioni») che daranno il via definitivo al piano di riorganizzazione dell’Istituto. Il nuovo passaggio, che arriva dopo gli atti adottati in estate, è nato dalla necessità di accogliere una serie di rilievi sollevati dai ministeri vigilanti, in particolare su aspetti controversi che riguardano la divisione di ruoli e poteri tra presidente e direttore generale, i criteri di selezione dei nuovi dirigenti e la possibilità di effettuare nuove assunzioni con i risparmi derivanti dalla riduzione delle direzioni.

Boeri, intervenuto ieri a un convegno organizzato dall’Oil sul futuro del lavoro, ha spiegato che i nuovi atti recano «alcune modifiche dettate anche dalle osservazioni ricevute dai ministeri». Tra le altre questioni è stato precisato che la Commissione di esperti, due di nomina del presidente e uno del direttore generale cui affidare l’istruttoria delle candidature dei nuovi dirigenti in una prospettiva che si avvicina allo spirito della riforma Madia (i componenti sono Bruno Dente, Gianfranco D’Alessio e Silvia Giannini), non avrà alcun ruolo operativo ma solo consultivo.

Nella nuova organizzazione dell’Istituto si passerebbe da 48 a 37 direzioni, compreso l’organo interno di valutazione (Oiv). In particolare la determina di Boeri sulle funzioni centrali e territoriali dell’Inps punta a un dimagrimento da 33 a 14 delle direzioni centrali e a un rafforzamento da 15 a 22 delle strutture territoriali di rango dirigenziale. L’obiettivo è quello di arrivare a un «modello organizzativo sempre più focalizzato sui servizi all’utenza». Il rafforzamento dell’Istituto, ha ribadito Boeri, è necessario anche per garantire il decollo dell’Ape, il prestito-ponte che consente il ritiro anticipato dal lavoro.

«Perché - ha spiegato - dobbiamo fornire la massima informazione ed è necessario anche un contatto personale sul territorio, questo vuol dire assumere più personale ma anche tagliare, dove serve, le direzioni». Boeri ha ricordato che per l’uscita anticipata dal mercato del lavoro sono coinvolte anche le banche e le assicurazioni ma «il nostro personale dovrà diventare un consulente personale per fornire tutte le informazioni». Il taglio delle direzioni dovrebbe garantire risparmi per 8 milioni di euro, secondo quanto detto dallo stesso presidente, risorse che potrebbero essere utilizzate per finanziare parte di un piano di assunzioni per 900 giovani laureati. L’ipotesi sembra tuttavia scontrarsi con i vincoli tuttora previsti sulle assunzioni nella Pa e i limiti imposti dai diversi piani di spending review implementati negli ultimi anni (l’età media dei dipendenti è superiore ai 50 anni e sono previsti un migliaio di pensionamenti quest’anno e 8-900 l’anno prossimo in un regime di perdurante blocco del turn over).

Ora non resta che aspettare le ultime osservazioni dei ministeri sulla versione corretta del piano, e anche come si muoverà il Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’istituto (Civ) che aveva presentato un ricorso al Tar contro la riforma nella sua versione originaria. Intanto l’Inps ieri ha diffuso i nuovi dati sull’utilizzo dei voucher, che continuano la loro volata, anche se a ritmi meno accelerati. Dal 2008 a oggi ne risultano venduti ben 347 milioni che in media, a testa, fruttano meno di 500 euro netti l’anno.

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