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Patto Roma-Berlino per la competitività

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Attualità

Patto Roma-Berlino per la competitività

Un «patto per la competitività», per «rivitalizzare la crescita economica e la coesione sociale in Europa». Diciannove pagine che portano la firma di Vincenzo Boccia e Ulrich Grillo, presidenti di Confindustria e Bdi, l’associazione degli industriali tedeschi, e che saranno inviate ai rispettivi capi di governo, Matteo Renzi e Angela Merkel.

«Bisogna avviare una nuova primavera dell’Europa, a partire dalla questione economica», ha detto Boccia, presentando il patto, al termine del vertice bilaterale italo-tedesco, che si è concluso ieri a Bolzano, arrivato alla sesta edizione. «Il primo e il secondo paese industriale d’Europa – ha aggiunto - danno un messaggio, anche di metodo, ai propri governi: fare le cose nell’interesse di tutti e non contro qualcuno. Una maggiore competitività dell’industria europea significa una maggiore crescita e quindi una riduzione delle disuguaglianze. La partita non è tra Stati d’Europa, ma tra Europa e resto del mondo. La sfida è avere un’industria forte per essere competitiva rispetto alle industrie degli altri Continenti».

Incertezza del futuro, percezione di impoverimento, mancanza di fiducia nelle élite politiche e imprenditoriali: sono fattori, messi in evidenza nei primi paragrafi del patto, che «scuotono la società europea». Brexit e il ripristino dei controlli alle frontiere fanno pensare che per la prima volta dal 1951, quando nacque la Ceca, Comunità europea del carbone e dell’acciaio, si potrebbe assistere ad una disgregazione del progetto europeo. «Gli imprenditori possono e vogliono giocare un ruolo attivo per evitare questo pericolo presente e reale», nella consapevolezza che l’industria manifatturiera è motore dello sviluppo «fonte di crescita occupazione» e può dare un contributo per superare la crisi di identità della Ue. Partendo da queste premesse Confindustria e Bdi, le organizzazioni imprenditoriali dei due paesi manifatturieri più forti d’Europa, hanno lanciato il patto per la competitività, nella convinzione che le politiche macroeconomiche da sole non siano sufficienti e debbano essere integrate da «forti politiche industriali e per l’innovazione».

Il patto le articola in 12 raccomandazioni, dall’innovazione a Industria 4.0 all’uso dei finanziamenti. Raccomandazioni che sono state inserite anche nella dichiarazione congiunta finale, concentrata sui due temi focus del bilaterale, flussi migratori e la mancanza di sufficiente crescita e investimenti, e che saranno discusse anche con Business Europe. Il patto è anche frutto della «sintesi di un bellissimo confronto nato a Maranello, in occasione del bilaterale tra Italia e Germania», ha raccontato Boccia. Gli imprenditori hanno deciso di giocare un ruolo attivo, e lo hanno riconfermato a Bolzano, come ha sottolineato Lisa Ferrarini, vice presidente di Confindustria per l’Europa. «Dobbiamo indicare ciò che è necessario fare per rimanere pionieri nell’innovazione e nella capacità di fare impresa, in un momento così delicato abbiamo il dovere di dire cosa deve essere fatto per evitare che l’Europa soccomba alla sfiducia dei cittadini e le imprese alla concorrenza internazionale», ha continuato la Ferrarini. «Noi e la Germania – ha aggiunto - siamo due economie che oggi più che mai hanno bisogno di lavorare insieme per far fronte alla concorrenza internazionale, in particolare a quella sleale che viene dalla Cina. Concedere ai cinesi lo status di economia di mercato vorrebbe dire mettere a rischio migliaia di posti di lavoro, specie in Italia e Germania».

La collaborazione tra Confindustria e Bdi è uscita rafforzata dal vertice di questi due giorni: «Abbiamo fatto un salto di qualità», ha detto il presidente di Assoimprenditori Alto Adige, Stefan Pan.«Ci mettiamo in gioco – ha aggiunto – per mostrare come si può creare fiducia in un’Europa che può fare tantissimo». Gli incontri saranno più frequenti e il patto per la competitività sarà approfondito anche a livello tecnico da Confindustria e Bdi. Al panel di ieri hanno partecipato tra gli altri il vice presidente di Confindustria per la Politica industriale, Giulio Pedrollo, Cosmas Asam(Bmw AG), Philipp Steinberg, del ministero dell’Economia tedesco. Per le banche, Flavio Valeri, ad di Deutsche Bank Italia. La questione dei finanziamenti è stata affrontata a più riprese: «Dobbiamo favorire lo sviluppo di un mercato unico europeo dei capitali per dare nove risorse alle imprese in modo diverso rispetto al credito tradizionale, in particolare alle aziende virtuose. Brexit – ha spiegato Valeri - può essere un’occasione per raggiungere questo obiettivo così come aiuterebbe la nascita di 3 o 4 banche d’affari europee».

Mentre le imprese mettevano a punto il patto per la competitività, a Roma il governo stava dando gli ultimi ritocchi alla legge di bilancio: «Il metodo è un grande salto di qualità, il governo si orienta sulla politica dei fattori. Ma fino a sabato – ha detto Boccia - meglio non parlarne, abbiamo avuto sempre delle sorprese».

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