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Sindacati critici su contributi e franchigia

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cgil, cisl e uil

Sindacati critici su contributi e franchigia

Da destra, Susanna Camusso, Carmelo Barbagallo e  Annamaria Furlan (Ansa)
Da destra, Susanna Camusso, Carmelo Barbagallo e Annamaria Furlan (Ansa)

Sindacati critici su due novità illustrate ieri al tavolo sulle pensioni dal sottosegretario alla presidenza, Tommaso Nannicini: per avere l’anticipo pensionistico (Ape) agevolato - a “costo zero” per il lavoratore - si prevedono 36 anni di contributi versati per chi ha svolto lavori gravosi e 30 anni per altre tre categorie beneficiarie (disoccupati, inabili al lavoro o con disabile in famiglia). Inoltre la franchigia (al di sotto della quale l’Ape agevolata è gratis) a 1.350 euro di reddito, per i sindacati è troppo bassa.

Cgil, Cisl e Uil si sono detti «sorpresi» per il requisito contributivo richiesto per accedere all’Ape agevolata e accusano il governo di aver cambiato le carte in tavola: «Non hanno rispettato le cose che abbiamo detto nelle ore di discussione - commenta la leader della Cgil, Susanna Camusso - l’accesso alla cosiddetta Ape sociale condizionato non ai normali criteri delle pensioni di vecchiaia, ma alle nuove barriere, inventate esclusivamente per ridurre la platea, per non permettere l’accesso». Qualche sindacalista, che ha partecipato alle precedenti sedute, faceva notare che nella prima bozza del verbale siglato il 28 settembre compariva il riferimento ai 20 anni di contributi per beneficiare dell’Ape agevolata, esattamente come per le pensioni di vecchiaia. La novità ha suscitato grande preoccupazione tra le sigle che rappresentano i lavori gravosi, in primis gli operai delle costruzioni, che dovrebbero beneficiare dell’Ape agevolata. «Per un operaio edile 36 anni di contributi per accedere all’Ape agevolata sono troppi, così come troppi sono 30 anni di contributi se disoccupato - dichiarano i leader di Feneal-Uil, Filca-Cisl e Fillea Cgil, rispettivamente Vito Panzarella, Franco Turri e Alessandro Genovesi - dal momento che gli edili quasi mai raggiungono la pensione di anzianità con questa contribuzione. Chiediamo al governo di ridurre sensibilmente tale tetto, considerando quanto sia discontinua la carriera previdenziale nel nostro settore, oltre che rischiosa e gravosa. Serve una risposta ai tanti edili over 60 che sono ancora sulle impalcature». Per i sindacati si rischia di vanificare il lavoro fatto al tavolo nell’individuazione delle categorie da inserire nei lavori gravosi, che oltre agli operai delle costruzioni, comprende scavatori, maestre delle scuole d’infanzia, infermieri di sala, conduttori di convogli e personale viaggiante, autisti di mezzi pesanti, facchini e addetti alle pulizie.

Secondo nodo critico l’importo della franchigia a 1.350 euro: «Chiediamo di alzare l’asticella - aggiunge Domenico Proietti (Uil) - considerando che il governo aveva ipotizzato nelle precedenti riunioni 1.500 euro e noi ne avevamo chiesti 1.650. Peccato perché sugli altri punti sono stati compiuti importanti passi in avanti».

Sull’altro tassello che andava definito - la platea dei lavoratori precoci che potranno accedere al pensionamento con 41 anni di contributi fa riferimento alle quattro categorie individuate per l’Ape agevolata- i commenti dei tre sindacati sono tutti positivi, così come sugli altri punti contenuti nel verbale del 28 settembre si registrano convergenze con il governo: il cumulo gratuito dei contributi, la quattordicesima più pesante del 30% per chi già la percepisce ed estesa ai redditi fino a mille euro, l’equiparazione della no tax-area dei pensionati a quella dei dipendenti, la normativa sugli usuranti. «Ci aspettiamo che il governo porti avanti con determinazione - spiega Maurizio Petriccioli (Cisl) - nell’iter di approvazione della legge di stabilità, gli obiettivi individuati nell’intesa, finanziandoli adeguatamente».

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