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«Via Equitalia, 10mila assunzioni nella Pa»

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«Via Equitalia, 10mila assunzioni nella Pa»

  • –Gianni Trovati

ROMA

In un Paese che ha subito «tre terremoti in sette anni» non si possono sistemare solo le scuole di Arquata, Accumuli e Amatrice. «Tutti i soldi necessari all’edilizia scolastica vanno spesi» e i sindaci «devono tornare a progettare».

Interrompendo per qualche ora i lavori con Padoan sulla legge di bilancio 2017, Renzi è volato ieri a Bari all’assemblea nazionale dell’Anci e ha confermato che nella costruzione della manovra il Governo prova a forzare sui vincoli europei. «Se in Europa non capiscono» l’urgenza antisismica dell’Italia «gli facciamo un disegnino», taglia corto il premier con una delle battute che gli sono abituali quando parla ai suoi ex colleghi sindaci. Oltre ai Comuni, ha chiarito Renzi, la questione dovrà investire anche le scuole superiori gestite da Province e Città metropolitane.

Nel suo intervento Renzi batte ad ampio raggio sui temi comunitari, sostenendo anche che nella futura programmazione «i Paesi che alzano barriere contro i migranti non potranno avere i finanziamenti privilegiati che ottengono oggi», ma le prime ricadute sono ovviamente quelle sulla legge di Bilancio attesa per sabato sera al consiglio dei ministri. Su questo piano, il tema chiave è quello degli investimenti, che domina anche il capitolo che la manovra dedicherà agli enti locali. Il mosaico complessivo è ancora in movimento, e le sue caselle troveranno fra oggi e domani la loro sistemazione definitiva, ma le misure principali in lizza sono due. La prima è uno sblocco degli avanzi di bilancio, cioè dei risparmi fermati dalle regole di finanza pubblica nei bilanci dei Comuni più in salute, da collegare ai progetti nazionali su edilizia pubblica, scolastica e così via; il secondo è una replica del «bonus» sul fondo pluriennale vincolato che libera spazi di spesa in conto capitale. In base ai calcoli della Ragioneria è possibile liberare risorse fino a 1,4 miliardi con un impatto da 490 milioni sull’indebitamento 2017, perché ovviamente non tutti i piani si traducono in progetti e poi in pagamenti entro l’anno, mentre sul fondo pluriennale le cifre in gioco sono intorno ai 300 milioni.

Il tentativo, insomma, è quello di consolidare una ripresa degli investimenti che quest’anno si registra negli impegni di spesa ma non ancora nei pagamenti (-6,7% nei lavori pubblici locali secondo le ultime rilevazioni dell’Economia rilevate ieri da Radiocor), e per raggiungerlo si passa anche da strumenti extra-manovra. Al bando da 500 milioni sul 2016, ha spiegato ieri il premier, le città hanno risposto con 120 progetti da 2,1 miliardi, «mediamente molto belli, seri e articolati», e tramite il Cipe saranno stanziate «entro il 2017» gli 1,6 miliardi che mancano. Un rifinanziamento parziale riguarderà anche il bando per gli impianti sportivi, dopo i primi 183 interventi da 100 milioni in tutto presentati mercoledì.

Nel contesto della manovra disegnato ieri da Renzi entra anche «l’abolizione di Equitalia e la creazione di un modello diverso di agenzia», oltre a un ritocco selettivo sui vincoli di turn over per le pubbliche amministrazioni (come anticipato sul Sole 24 Ore di ieri). In prima fila ci sono forze dell’ordine e infermieri (mentre sui medici bisogna risolvere un problema di risorse), è probabile un ulteriore allargamento delle regole per i piccoli Comuni mentre ministeri e uffici amministrativi in genere sembrano fuori partita. «Dire che si modifica il turn over significa tornare a fare i concorsi - rilancia Renzi - e possiamo immaginare di avere 10mila nuove unità tra infermieri, forze dell’ordine e, spero, medici». Sul pubblico impiego «va rottamata la filosofia Checco-Zaloniana e sfidare chi lavora con noi» nel nome del merito, con un riferimento pop alla rivisitazione dei premi di produttività che dovrà accompagnare il rinnovo dei contratti. Per i piccoli Comuni è in arrivo lo stop agli obblighi di gestione associata, più volte prorogati e ora condannati senza appello dal premier che torna a proporre la strada degli incentivi. Mentre sull’«agenda urbana nazionale», chiesta dal neopresidente Anci, Antonio Decaro, come alternativa strutturale ai patti territoriali siglati in questi mesi, l’appuntamento è fissato da Renzi per gennaio: dopo il referendum.

gianni.trovati@ilsole24ore.com

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