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    Scania scrive il futuro dei camion: ibridi, elettrici e a forma di filobus

    • – di Pier Luigi del Viscovo

    «Andare verso una società più sostenibile è urgente e dovrebbe essere una priorità per ogni business, in ogni settore. Gli affari non possono prosperare dentro una società che fallisce». Non l'ha mandata a dire Kofi Annan, già segretario generale delle Nazioni Unite, intervenendo a Parigi al Sustainable transport forum di Scania, intitolato appunto «Driving the shift». Per qualsiasi costruttore di veicoli, ancor più se veicoli pesanti, forse sarebbe stato eccessivo farsi suonare questa musica in casa propria. Ma gli svedesi quando si convincono che una cosa sia giusta la sposano in pieno, senza mezze misure. E se il contesto non è pronto, piuttosto puntano a cambiare il contesto. Afferma Henrik Henriksson, presidente e Ceo di Scania: «Sono determinato a guidare Scania su una strada che ci permetta di essere i leader verso un sistema di trasporti più sostenibile. Noi crediamo che il ruolo stesso del trasporto debba essere ridefinito. Questa è la nostra ambizione. Noi di Scania crediamo che eliminare dal sistema gli sprechi, che si tratti di spazio, tempo o energia, sia ciò che cambierà le regole del gioco nel nostro settore».

    Dalle parole ai fatti: è già in vendita l'autocarro ibrido, insignito del premio «Green truck future innovation 2016» per le ridotte emissioni di inquinanti atmosferici, per il basso livello di inquinamento acustico e perché risolve alcune esigenze specifiche della distribuzione urbana. Infatti, questa soluzione ibrida consente ad un veicolo di 18 tonnellate di operare in modalità totalmente elettrica con un'autonomia di due chilometri. L'eco-sostenibilità per noi continua ad essere uno dei punti strategici. Siamo consapevoli di essere parte del problema, ma vogliamo anche essere parte della soluzione». È lapidario Franco Fenoglio, Ceo di Scania Italia. «I nuovi mezzi appena presentati hanno beneficiato di oltre due miliardi di investimenti, che anche nel futuro saranno orientati ad avere veicoli puliti, che consumino poco e siano compatibili con la redditività dei nostri clienti».

    Insomma, sbagliavamo a pensare che i vecchi camion, inquinanti e pericolosi, non avrebbero mai aperto la strada verso una mobilità sostenibile. «Il trasporto – è ancora Henriksson che parla – è uno dei settori in cui la rivoluzione digitale sta avanzando più velocemente». Quanto velocemente lo abbiamo visto in esclusiva a Stoccolma, dove Scania ha presentato un innovativo sistema di guida autonoma: camion che si muovono da soli, senza conducente, all'interno di un cantiere. È l'intelligenza interna del veicolo che esegue tutte le funzioni di automazione e di assistenza. Raccoglie i dati dai numerosi sensori del veicolo e li elabora per dare una visione complessiva dell'area circostante. L'unità di controllo riceve anche le destinazioni di trasporto dal sistema logistico fuori bordo e le traduce in istruzioni eseguibili dal sistema del veicolo. I veicoli autonomi stanno già dimostrando delle performance impeccabili nella fase di test, anche se ci vorrà qualche anno prima che questa tecnologia sia pronta per essere venduta sul mercato.

    Ma alcune di quelle innovazioni di cui tanto si parla per le auto stanno vedendo già ora pratica applicazione nel settore del trasporto pesante. Stiamo parlando di un uso innovativo dei dati raccolti su ogni camion dal cronotachigrafo, strumento di bordo obbligatorio che registra tutte le attività del mezzo (il primo che viene controllato dalle forze dell'ordine, per intenderci). Il Sole 24 Ore è in grado di anticipare che a breve Continental (che con il brand Vdo fornisce oltre due terzi dei cronotachigrafi mondiali) e Aon renderanno disponibili le informazioni per le compagnie di assicurazione, che potranno così personalizzare le coperture e abbattere sensibilmente i premi a quei driver che osservano comportamenti virtuosi in termini di sicurezza.

    Ed è ancora Scania a riservarci un'altra sorpresa, che abbiamo potuto vedere già all'opera vicino Gävle sull'autostrada E16, in Svezia: due chilometri completamente elettrificati, tipo ferrovia, dove un normale (si fa per dire) camion ibrido può alzare il pantografo e collegarsi alla rete per marciare in modalità elettrica. Ci ha ricordato il buon vecchio filobus delle nostre città, che un po’ frettolosamente abbiamo mandato in pensione.

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