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Addio in due tempi per Equitalia: chiusura dal 1° luglio

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Addio in due tempi per Equitalia: chiusura dal 1° luglio

(Ipp)
(Ipp)

Il cartello «chiuso per cessata attività» comparirà su Equitalia il 1° luglio prossimo. Da quel giorno, i suoi compiti passeranno a un nuovo ente pubblico economico, chiamato «Agenzia delle Entrate - Riscossione», che rappresenterà però solo una soluzione ponte fino alla «completa unificazione» con l’agenzia.

È questo lo schema di lavoro comparso nelle ultime bozze del decreto che dovrà gestire larga parte del pacchetto fiscale della manovra. I 7.935 dipendenti a tempo indeterminato di Equitalia transita nel nuovo ente mantenendo il rapporto di lavoro di diritto privato e la posizione previdenziale, con una garanzia di mantenimento della «posizione giuridica ed economica maturata alla data del trasferimento» (garanzie confermate dall’articolo 2112 del Codice civile). Il comitato di gestione del nuovo ente, che sarà nominato dalle Entrate scegliendo tre fra i propri dirigenti, dovrà però scrivere in 60 giorni un piano di razionalizzazione con l’obiettivo di ridurre «le spese di gestione e di personale». I tre anni di durata del piano potrebbero indicare l’orizzonte temporale per arrivare alla piena fusione nell’Agenzia.

La trasformazione della riscossione nazionale, insomma, sarà in due tempi, e come confermano i testi in lavorazione si concentrerà prima sugli aspetti organizzativi più che sul cambio di modello nell’attività di raccolta delle tasse. Su questo aspetto, infatti, il nuovo ente erediterà tutte le regole oggi in vigore, a partire dalla riscossione a mezzo ruolo che è oggi la prerogativa principale di Equitalia.

I nodi organizzativi sono del resto quelli più spinosi nell’operazione messa in piedi per chiudere un brand che, nell’opinione del governo espressa in prima persona dal premier Matteo Renzi, era diventato simbolo di un «approccio vessatorio» del fisco. La ragione è semplice: l’obiettivo, se il meccanismo sarà confermato nel testo finale, rimane quello di una fusione fra Equitalia e agenzia delle Entrate, ma la prima è una società per azioni (anche se interamente pubblica) mentre la seconda è un ramo della pubblica amministrazione. Questo comporta più di un problema sul piano dell’inquadramento del personale, perché chi lavora in Equitalia ha un contratto ereditato dalle vecchie esattorie di matrice bancaria (anche se poi modificato nel tempo), è stato assunto senza concorso pubblico e ha stipendi diversi per composizione e valore rispetto ai dipendenti pubblici dell’agenzia delle Entrate.

La soluzione di questi nodi arriverà comunque più in là, mentre per quel che riguarda la riscossione locale arriva l’inevitabile ottava proroga della riforma del 2011, mai attuata. La nuova data sarà fissata, secondo la bozza, al 30 giugno prossimo, ma è tutto da capire il modo in cui la riorganizzazione della riscossione nazionale possa portare anche al superamento del lungo limbo di quella locale.

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