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Ue ancora divisa sui migranti

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il focus

Ue ancora divisa sui migranti

bruxelles

Sulla crisi dei migranti la Ue resta divisa se non proprio paralizzata. Il blocco dei Paesi dell’Est ritarda di fatto l’implementazione delle politiche di relocation nonostante le insistenze di Italia e Germania. Il presidente del Consiglio Ue, Donald Tusk, nella lettera inviata ai capi di Stato e di Governo dei 28 e poi anche ieri sera durante la cena di lavoro ha cercato di smussare i contrasti enfatizzando i pochi passi avanti compiuti. «Stiamo lentamente giungendo a una svolta – ha detto Tusk - i nostri interventi sono più evidenti sulla rotta del Mediterraneo orientale dove, fra il settembre 2015 e quello di quest’anno, abbiamo assistito a un calo del 98% dell’afflusso di migranti irregolari. Le istituzioni europee hanno intensificato gli sforzi per aiutare i Paesi terzi a riassorbire i propri cittadini. A giugno Frontex aveva già rimpatriato un numero di migranti irregolari pari al doppio di quelli rimpatriati nell’intero 2015».

Risultati troppo deboli secondo il premier italiano Matteo Renzi che prima all’incontro con gli europarlamentari del Pse e poi al Consiglio ha invitato a mettere in campo rapidamente decisioni adeguate alla drammaticità della situazione. Renzi ha ribadito di attendersi dalla Commissione procedure di infrazione non per qualche zero virgola in più o in meno ma contro i Paesi che non hanno rispettato le regole sulla relocation. Ma secondo una portavoce della Commissione c’è ancora tempo. La decisione per il ricollocamento di 160mila rifugiati da Italia e Grecia negli altri Stati Ue «dura due anni, quindi c’è un margine in cui potremo giudicare se avviare procedure di infrazione o no, sulla base degli sforzi fatti dai singoli Paesi».

Renzi ha evidenziato con i parlamentari del Pse l’anomalia di una situazione in cui tutti apprezzano il ruolo dell’Italia nel salvare vite umane nel Mediterraneo ma poi si rifiutano di affrontare il problema. Unica decisione politica finora presa resta quella del Pse che chiederà alla Commissione entro il 2016 la prima valutazione sui “migration compact”. «Diamo il benvenuto al migration compact e non vediamo l’ora di vedere la prima valutazione entro la fine di quest’anno», ha dichiarato il presidente del Pse, Sergei Stanichev, al termine del pre-vertice dei leader socialisti a Bruxelles che hanno sollecitato «uno sviluppo pratico al più presto possibile». «Il compact - è scritto in una nota del Pse - deve da una parte assicurare il controllo della frontiera esterna Ue tramite una guardia di frontiera europea rafforzata, dall’altra essere basato sulla solidarietà reciproca».

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