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Boeri-Poletti, duello su giovani e pensioni

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Boeri-Poletti, duello su giovani e pensioni

  • –Davide Colombo

roma

Crescita, sviluppo economico, industria e innovazione. «Non è vero che la manovra presentata dal Governo non pensa ai giovani e al loro futuro» ha affermato ieri il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti nel suo intervento di chiusura alla prima giornata del convegno dei Giovani imprenditori di Confindustria a Capri. Il ministro è intervenuto dopo le considerazioni sulla legge di Bilancio 2017 del presidente dell’Inps, Tito Boeri, che invece era tornato a criticare l’allocazione delle risorse decisa «più per i pensionati e chi sta per andare in pensione che non per investire sul futuro del lavoro». Poletti ha respinto questo lettura e ha ricordato gli interventi previsti sotto la sigla “Industria 4.0” e che prevedono «non solo più risorse per chi investe in tecnologia ma anche per la ricerca e la formazione, come per esempio ponendosi l’obiettivo di raddoppiare il numero di allievi iscritti agli istituti tecnici impegnati nello studio di materie scientifiche». Poletti ha quindi escluso ipotesi di correzioni necessarie sui saldi («ho piena fiducia nelle scelte fatte da Renzi e Padoan») e ha poi difeso le scelte fatte sul fronte delle coperture, «una spending review più forte avrebbe avuto un impatto negativo sull’economia reale e la crescita».

Il presidente dell’Inps, parlando delle misure sulla previdenza, ha riconosciuto come «un passo avanti importante» la norma che reintroduce la gratuità di cumulo dei versamenti contributivi versati in gestioni diverse («premia le carriere discontinue e servirà molto ai giovani») e ha invece nuovamente bocciato gli aumenti sulle 14esime. Secondo Boeri non è la scelta adatta per aiutare i redditi da pensione più bassi: «In sette casi su dieci la 14esima viene riconosciuta a chi povero non è perché non appartiene al 20% dei redditi più bassi mentre c’è un 30% di 14esime che va a percettori che si collocano nella fascia di reddito più elevata». Anche su questo punto il ministro ha risposto con una ragionamento diverso: «Se vogliamo la crescita - ha detto - abbiamo bisogno anche di una buona società. Chi pensa diversamente sbaglia alla grande. Abbiamo bisogno di una società aperta al futuro». Poletti ha spiegato che se un pensionato che percepisce un assegno che non va oltre due volte il minimo (sotto i mille euro, ndr) e si ritrova 200 o 300 euro in più l’anno venturo «è possibile che veda più futuro nella società in cui vive, non meno».

Nel confronto a distanza con Boeri, che non era presente a Capri ma aveva risposto a una serie di domande registrate del moderatore David Parenzo, c’è stato anche uno scambio sul ruolo della manifattura in Italia: non più centrale per Boeri, vera «spina dorsale della nostra economia» per Poletti. Il ministro ha poi assicurato che la legge di Bilancio stabilirà vincoli all’utilizzo degli incentivi fiscali messi in campo, a partire dal superammortamento degli investimenti. Una sottolineatura per fugare le preoccupazioni emerse nel dibattito che ha preceduto il suo intervento e al quale hanno partecipato i tre segretari generali di Cgil, Cisl e Uil e il vicepresidente di Confindustria, Maurizio Stirpe. Parlando più in generale dell’azione di governo il ministro è infine tornato a sottolineare l’insieme delle riforme strutturali lanciate finora. Davanti alla platea dei giovani di Confindustria, Poletti ha concluso rassicurando sulla tenuta del quadro di insieme della manovra nel confronto tecnico-politico aperto con Bruxelles: «L’Ue deve dare atto a questo paese di aver sviluppato con puntualità quello che avevamo detto di voler fare. Ci sarà una giusta discussione, motiveremo le nostre scelte ma io sono convinto che all’Europa serva una Italia che cresce».

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