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Alleanza Buzzi-Cerroni per progetto da 100 milioni

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Alleanza Buzzi-Cerroni per progetto da 100 milioni

  • –Ivan Cimmarusti

Mafia Capitale puntava a prendersi una fetta di quella grande torta di soldi pubblici rappresentata dallo smaltimento dell’immondizia di Roma. Per questo Salvatore Buzzi, il «braccio imprenditoriale» di quella presunta organizzazione, siede al tavolo delle trattative con il ras dei rifiuti del Lazio, l’imprenditore Manlio Cerroni.

Un’alleanza per un maxi progetto «da 100 milioni di euro». L’operazione è così ben organizzata che il 28 agosto 2014 gli stretti collaboratori di Buzzi, Carlo Guarany e l’ingegner Gian Mario Baruchello, fanno un viaggio in macchina con Cerroni per andare a visionare un impianto di Prato che intendevano rifare in otto diversi comuni del Lazio. Il retroscena, contenuto negli atti depositati al maxi processo alla presunta organizzazione mafiosa capeggiata da Massimo Carminati, delinea la sospetta esistenza di un unico filo conduttore che legava Buzzi al sistema dei rifiuti capitolini: da una parte Cerroni, definito il «monopolista» nel settore, dall’altra gli allora vertici di Ama, Giovanni Fiscon e Franco Panzironi. Dalle telefonate emerge come la presunta Mafia Capitale cerchi di coinvolgere nelle proprie iniziative Cerroni, indagato in un’inchiesta della Procura di Roma sul «sistema rifiuti», procedimento in cui risulta iscritta anche l’attuale assessore all’Ambiente, Paola Muraro. Cerroni, dunque, rappresenta una sorta di passe-partout per Mafia Capitale. A maggio 2014 il business pare prendere una forma più consistente. A discutere di un progetto da 100 milioni di euro da fare con Cerroni sono Guarany, Buzzi e la sua compagna, Alessandra Garrone, e il collaboratore Claudio Caldarelli. I tre discutono di vari appalti, fin quando affrontano la tematica dei «progetti di recupero ambientale», che «faremo con l’avvocato Cerroni», dice Buzzi, «da 100 milioni di euro eh!». L’obiettivo, stando alla conversazione, è di andare a monitorare un impianto a Prato, per poi farne diversi nel Lazio assieme a Cerroni. «Andiamo a vedere questo impianto - dice Guarany - però lui (Cerroni, ndr) ci parlava anche degli impianti più piccoli di gestione da 100 giga watt che potremmo fare tranquillamente senza grandi svantaggi». «In ogni Comune nostro - conclude Buzzi - invece di farne uno grande ne fai otto piccoli». Secondo il legale di Buzzi e Cerroni, l’avvocato Alessandro Diddi «i due imprenditori non si sono mai incontrati di persona». Aggiunge che «quel progetto di cui parlano nelle intercettazioni non è stato portato a termine».

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