ROMA
Paura, gente in strada, chiamate ai vigili del fuoco, alla Protezione civile e all’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, rallentamenti sulla via Salaria, chiusa al traffico nel territorio di Arquata del Tronto (Ascoli Piceno), già monitorato dopo il sisma del 24 luglio scorso. Il terremoto che ha colpito il Centro Italia, epicentro in Valnerina, si è avvertito distintamente anche a Roma e nel Lazio.
Non si segnalano feriti o danni, ha riferito il Campidoglio. «Stiamo raccogliendo le prime informazioni», hanno reso noto la sindaca Virginia Raggi e il vicesindaco Daniele Frongia dopo la prima scossa. «Il nostro pensiero va agli abitanti dei territori colpiti dal sisma. La Protezione civile di Roma Capitale è già impegnata nelle zone interessate dal precedente terremoto ed è pronta ad intervenire, a partire da questa sera, con uomini, mezzi e tende in accordo con la Protezione civile regionale e nazionale».
Per il crollo di alcuni calcinacci è stata evacuata a titolo precauzionale la Farnesina, sede del ministero degli Esteri. Anche alla Regione Lazio, sulla Cristoforo Colombo, è scattata la procedura per le emergenze, con gli altoparlanti interni ad avvertire il personale di lasciare lo stabile. Il sisma ha provocato crepe in alcuni edifici, in zona Nomentano e all’Eur: oltre 40 le richieste di intervento ai pompieri. La seconda scossa delle 21,18, più forte, è stata avvertita anche allo stadio Olimpico, dove era in corso la partita di serie A Lazio-Cagliari, ma non sono state effettuate evacuazioni. Il terremoto non ha risparmiato il litorale, da Ostia a Fregene.
Da tempo ormai i sismologi hanno smentito la credenza diffusa secondo cui la capitale sarebbe al riparo dalla propagazione di un’onda sismica violenta grazie al terreno tufaceo e pieno di cave che la sorregge. Con la delibera della Regione Lazio n. 387/2009, il territorio del comune è stato riclassificato. Ognuno dei venti municipi ha la sua mappatura: la porzione più a rischio è l’area Est e Sud-Est, che va dall’Eur al Tiburtino. In ogni caso, per gli esperti, alla fine a fare la differenza, più che il terreno, sono gli edifici: strutture instabili o costruite male possono crollare o lesionarsi seriamente. Ed è il crollo che uccide.
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