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Rispoli, conduttore gentiluomo che inventò Parola mia e Tappeto volante

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AVEVA 84 ANNI

Rispoli, conduttore gentiluomo che inventò Parola mia e Tappeto volante

C'era una volta la Rai intesa come «più grande industria culturale d'Italia». Un modello «nazionalpopolare» d'impresa che ha contribuito in maniera decisiva a costruire l'immaginario collettivo di questo Paese. Di quel modello è stato a lungo una colonna portante Luciano Rispoli, giornalista, conduttore radiofonico e televisivo, autore e dirigente, scomparso ieri nella sua casa di Casalpalocco, all'età di 84 anni. I più lo ricorderanno per «Parola mia» (1985-1988), il quiz sulla lingua italiana di quando Rai 1 era ancora «il primo canale», o per il «Tappeto volante», fortunato talk show (1993-2009) concepito per l'allora Tmc e poi approdato a vari lidi televisivi, ma c'era lui dietro tante cose che abbiamo ascoltato e visto negli ultimi cinquant'anni.

«Con grandissima costernazione, e in accordo con la moglie e i figli, devo dare la triste notizia della scomparsa», ha comunicato Mario Sabatini, scrittore suo collaboratore storico ed erede. È mancato dopo una lunga malattia a 84 anni, compiuti il 12 luglio scorso. Io posso solo dire, al di là del grande dolore che provo in questo momento, che è stato un grande privilegio collaborare quindici anni con un padre fondatore della Tv come lui. Da Rispoli ho imparato tanto. Tutto. E mi dispiace che purtroppo questa Rai a cui aveva dato tantissimo, negli ultimi anni lo aveva dimenticato – conclude Sabatini - provocandogli grande rammarico».

Quel concorso in Rai
Nativo di Reggio Calabria ed emigrato a Roma, Rispoli entra in Rai nel 1954 attraverso un concorso pubblico per radio-cronisti. Conduce il «Buttafuori», popolare trasmissione negli anni del grande boom ed è autore di altri format ancora più popolari come la celeberrima «Bandiera gialla» di Renzo Arbore e Gianni Boncompagni (il titolo fu idea sua) e «La Corrida» di Corrado. Scova pure nuove leve, intercettando autori del calibro di Maurizio Costanzo e Paolo Limiti o attori promettenti come Paolo Villaggio, cui ha il coraggio di affidare la trasmissione «Il sabato del Villaggio». Se gli anni Sessanta sono della radio, i Settanta della grande crisi petrolifera sono della Tv: la gente di domenica pomeriggio resta a casa e Rispoli inventa «L'ospite delle due», format che se la gioca con «Bontà loro» dell'allievo Costanzo per il titolo di primo talk show della Tv italiana. Sono anni in cui la Rai ha ancora chiara la sua mission didattica e Rispoli ce l'ha più chiara di tutti, in qualità di direttore del leggendario Dipartimento Scuola Educazione (oggi si chiama Rai Educational), periodo in cui tra le altre cose commissiona a Bruno Lauzi una canzone per bambini che abbia una morale precisa. Ne uscirà fuori la storia in musica del cane «Virgola».

Il successo di «Parola mia» e il passaggio a Tmc
Negli anni Ottanta Rispoli è soprattutto l'uomo di «Parola mia», quello che di fronte a questioni apparentemente irrisolvibili per i concorrenti come il congiuntivo del verbo cuocere si appella al «giudice arbitro» Gian Luigi Beccaria, italianista dell'Università di Torino. Nei Novanta c'è la grande fuga da Mamma Rai, con le tv private che investono e fanno campagna acquisti nel bacino dei conduttori di quella pubblica. Gli altri guardano alle reti Fininvest, Rispoli approda a Telemontecarlo, inventando il contenitore «Tappeto volante» che si rivelerà uno tra i format più longevi della televisione italiana. In Rai ci tornerà negli anni Duemila, prima su Rai 1 con un il talk «Casa Rispoli», poi su Rai 3 per un remake di «Parola mia», chiestogli con forza da Giovanni Minoli. Gli ultimi anni della sua carriera passano per le innumerevoli tv private digitale terrestre, per le quali Rispoli ripropone le sue particolarissime intervista all'insegna del garbo. Conduttore di un'altra epoca. Conduttore e gentiluomo.

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