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A Castelluccio di Norcia: «Via con l’elicottero? No, non…

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A CASTELLUCCIO DI nORCIA

A Castelluccio di Norcia: «Via con l’elicottero? No, non possiamo andarcene»

Portati in salvo con gli elicotteri? Neanche per idea. Noi siamo qui ad aspettare che si materializzi qualcuno: ci serve tutto, cibo, stufette elettriche ma soprattutto devono essere ripristinati i collegamenti stradali. A Castelluccio di Norcia monta la protesta. Il paese delle lenticchie e della sua fioritura ammirata da turisti di mezzo mondo è totalmente isolato. Tutte le strade che la uniscono a Visso e a Norcia sono interrotte. Si arriva solo con l'elicottero.

«Castelluccio non c'è più, ma noi non possiamo andarcene: ci sono seimila pecore, un centinaio di vacche e cinquanta cavalli che non possiamo abbandonare», dice Armando Pasqua, l’ultima generazione di una dinastia di allevatori.

Lo spettacolo della piccola frazione appollaiata sul Monte Vettore è spettrale. Una specie di clone di Amatrice. Un cumulo di macerie e di polvere. Pensare che i castellucciani, al contrario dei nursini, pensavano di essere al sicuro dai terremoti. «Le nostre case sono costruite sulla roccia e dunque non amplificano le scosse», dice Giovanni Perla, ingegnere civile con studio a Spello. Ma alla scossa di magnitudo 6.5 di domenica mattina è bastato un minuto per sbriciolare roccia e cemento.

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