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Il rigore di una vera servitrice dello Stato

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ricordo di tina anselmi

Il rigore di una vera servitrice dello Stato

(LaPresse)
(LaPresse)

A proporre per primo il suo nome come presidente della Repubblica fu Beppe Grillo nel suo blog il 27 marzo 2012. Tina Anselmi, scrisse, è il presidente della Repubblica ideale.
La storia prese poi un'altra piega. Il 20 aprile 2013 l'uscente capo dello Stato Giorgio Napolitano diede la disponibilità a proseguire il mandato ma sta di fatto che nessuno – Grillo a parte – tirò fuori il nome di Anselmi come candidata. Vuoi per il suo stato di salute già precario, vuoi perché il lavoro a capo della Commissione P2 e la conseguente legge sulle associazioni occulte le procurò pochissimi amici e moltissimi nemici.

Tina Anselmi si peritò di studiare e affrontare negli anni 80 con la stessa diligenza, rigore morale, pulizia e capacità che aveva messo nella sua lunga vita parlamentare, governativa e, ancor prima, partigiana. Nel corso degli anni il suo nome e la sua statura di servitrice dello Stato si sono distinte anche in campi fondamentali della vita italiana, come le pari opportunità, la sanità e il lavoro. Correva l'anno 1985 quando la Commissione parlamentare d'inchiesta sulla loggia massonica P2 da lei presieduta terminò e presentò la relazione di maggioranza. Ottanta pagine che sono una fetta importante della storia italiana.
In quei mesi del 2013 ci fu anche chi si divertì a compilare liste di sole donne papabili per il Quirinale ma il nome di Anselmi, che proprio delle pari opportunità trattò quando molte delle onorevoli presenti nelle aule parlamentari erano ancora in fasce – non compariva mai.
La stessa cosa non avvenne nelle elezioni presidenziali dell'85 e del '92, quando invece il nome di Anselmi, all'epoca in piena vigoria, apparve anche se senza mai alcuna reale convinzione politica.

La sua coerenza la portò a farsi promotrice – tra mille difficoltà – della legge 17 del 25 gennaio 1982 proprio in materia di associazioni segrete
La cosiddetta legge Anselmi ha appena 6 articoli contenenti “Norme di attuazione dell' articolo 18 della Costituzione in materia di associazioni segrete e scioglimento dell'associazione denominata Loggia P2”.
Grazie a quella legge, la cui legittimità costituzionale venne affermata dalla Consulta nel 1998, venne sciolta la loggia del Maestro Venerabile Licio Gelli e i beni della P2 vennero confiscati (articolo 5). Alle persone coinvolte nell'istruttoria giudiziaria dell'allora Procuratore di Palmi, Agostino Cordova, è stata contestata la violazione degli articoli 1 e 2 della legge, voluta dall'allora presidente del Consiglio, Giovanni Spadolini.

Il primo articolo afferma che si «considerano associazioni segrete e come tali vietate dall'articolo 18 della Costituzione quelle che, anche all' interno di associazioni palesi, occultando la loro esistenza ovvero tenendo segrete congiuntamente finalità e attività sociali, ovvero rendendo sconosciuti, in tutto o in parte ed anche reciprocamente, i soci, svolgono attività diretta ad interferire sull' esercizio delle funzioni di organi costituzionali, di amministrazioni pubbliche, anche ad ordinamento autonomo, di enti pubblici, anche economici, nonché di servizi pubblici essenziali di interesse nazionale».

L' articolo 2 prevede per i promotori di tali associazioni la pena della reclusione da uno a cinque anni. I semplici partecipanti sono puniti con il carcere fino a due anni. I restanti articoli stabiliscono le procedure e gli effetti di tipo disciplinare in cui incorrono i dipendenti pubblici, civili e militari, che risultino, in base a fondati sospetti, appartenere ad associazioni segrete: tra l'altro è prevista la sospensione dal servizio. In questi ultimi anni alcune e coraggiose indagini giudiziarie, soprattutto in Calabria, hanno messo al centro proprio la violazione della legge.

Anselmi nel 2007, rilasciò un'intervista sul sito di articolo21, che le pose questa domanda mente si discuteva della valenza delle intercettazioni: «Onorevole Anselmi, non c'è nulla di questa vicenda che le faccia venire in mente la massoneria …la Loggia di Gelli che lei ha avuto modo di conoscere attraverso l'inchiesta parlamentare? ».
Tina Anselmi dopo un lungo sorriso, rispose: «Forse molte cose che continuano a succedere possono avvenire e ripetersi proprio perché non è stata fatta ancora piena luce su quanto avevamo scoperto con la Commissione parlamentare sulla P2. In questo senso le classi dirigenti politiche che si sono succedute in questi anni hanno una grandissima responsabilità. Spesso mi chiedo: Perché non hanno voluto andare a fondo? Perché nessuno ha voluto capire cosa c'era veramente dietro? Perché nessuno ha voluto vederci chiaro dopo che in alcuni articoli pubblicati (uno anche a firma del figlio di Gelli) si è sostenuto che gli affiliati alla Loggia P2 erano molti di più di quelli che la mia Commissione aveva scoperto? Chi sono? Credo che finché non si farà piena luce su quella drammatica vicende non capiremo fino in fondo chi trama dietro le quinte e se le intercettazioni di questi ultimi mesi sono collegate e collegabili a quel potere occulto che, ne sono convinta, c'è e attraversa tanti ambiti della nostra società…anche quelli più insospettabili….anche quelli che dicono di volersi occupare solo di ideali o di spirito».

Ce n'è abbastanza per riflettere e formarsi un'opinione in punto di morte di un vero Servitore dello Stato.

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