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Nuova Sabatini, in vista finanziamenti per 6,9 miliardi

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Nuova Sabatini, in vista finanziamenti per 6,9 miliardi

  • –Carmine Fotina

ROMA

Anche la “Nuova Sabatini”, la misura che agevola i finanziamenti per l’acquisto di macchinari, entra nell’era dell’Industria 4.0. Dal 2017 una quota del 20% dei contributi statali sarà infatti riservata all’acquisto di macchinari, impianti e attrezzature «aventi come finalità la realizzazione di investimenti in tecnologie, compresi gli investimenti in big data, cloud computing, banda ultralarga, cybersecurity, robotica avanzata e meccatronica, realtà aumentata, manifattura 4D, Rfid».

Per la proroga della Nuova Sabatini fino al 31 dicembre 2018 è previsto nel complesso uno stanziamento di 560 milioni (copertura spalmata in 28 milioni nel 2017, 84 milioni nel 2018 e il resto fino al 2023). Risorse che finanziano un contributo in conto interessi pari agli interessi calcolati sull’importo di un finanziamento di cinque anni al tasso dello 2,75%. Secondo le stime contenute nella relazione tecnica, lo stanziamento previsto attiverà finanziamenti alle imprese per 6,92 miliardi, di cui 1,1 miliardi corrispondenti alla riserva del 20% destinata agli investimenti “Industry 4.0”.

Al tempo stesso, la norma prevede la possibilità che la Cassa depositi e prestiti incrementi l’attuale plafond di provvista utilizzato dalle banche per i finanziamenti, stabilito nel limite di 5 miliardi, fino ad un massimo di ulteriori 7 miliardi.

La relazione tecnica offre anche un resoconto della norma aggiornato al luglio 2016. Complessivamente, banche e società di leasing hanno concesso finanziamenti di circa 4 miliardi, per un totale di 12mila domande di agevolazione presentate da 8.700 imprese, il 73% delle quali è una Pmi. Lo scorso 2 settembre, il ministero dello Sviluppo economico ha disposto la chiusura dello sportello a causa dell’esaurimento delle risorse disponibili per il contributo statale sugli interessi (pari a 383,8 milioni).

Le stime dei tecnici offrono anche un consuntivo di quanto prodotto finora dagli incentivi fiscali per chi investe in startup, che la manovra rafforza. La normativa ancora vigente prevede, fino all’anno d’imposta 2016, per gli investimenti effettuati in startup innovative e a vocazione sociale la detraibilità ai fini Irpef rispettivamente del 19% e 25% e la deducibilità ai fini Ires del 20 e 27%, con un limite di spesa massima di 500mila euro. Sulla base dei dati Unico 2015 per le persone fisiche (anno di imposta 2014) l’ammontare di investimenti è stato di circa 33 milioni. Per quanto riguarda gli investimenti di società, ci si è attestati invece su 22 milioni. La nuova normativa prevede, dal 2017, che detrazione e deduzione vengano uniformate e portate al 30% e porta il tetto massimo di spesa a 1 milione. Sulla base di queste novità, i tecnici del governo stimano un incremento di spesa del 10%.

Dettagli sono forniti anche sulla norma delle cosiddette “aziende sponsor”. La misura permette la cessione delle perdite prodotte nei primi tre esercizi di attività di nuove aziende a favore di una società quotata che detenga una partecipazione nell’impresa pari ad almeno il 20%. Incrociando dati Orbis Bureau Van Dijk con Unico 2015, la relazione tecnica stima che il trasferimento delle perdite pregresse relative ai primi tre esercizi produca un minor reddito imponibile netto a regime per circa 277 milioni relativi a 61 imprese quotate che, ad aliquota Ires al 24%, produce una perdita di gettito di circa 67 milioni a regime.

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