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Migranti: con la missione navale europea Sophia nascerà la nuova guardia costiera libica

La missione navale europea Eunavfor Med-Sophia a guida italiana con l'obiettivo di contrastare “scafisti” e trafficanti nel Mediterraneo del Sud si avvicina sempre di più alle coste libiche. Le unità del dispositivo che ha come flagship la portaelicotteri Garibaldi operano finora a 12 miglia dalla costa libica davanti alla Tripolitania ma non è escluso che in un prossimo futuro il Governo di unità nazionale presieduto da Fayez al-Serraj possa chiedere un intervento di Eunvafor nelle acque territoriali e sulle coste libiche. Si tratta delle cosiddette fasi 2 fase 3 della missione europea che avrà bisogno tuttavia di una risoluzione ad hoc del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di cui l'Italia farà parte come membro non permanente per tutto il 2017. L'obiettivo è di coinvolgere sempre di più le forze di sicurezza libiche nel controllo delle frontiere marittime e il contrasto agli scafisti e di salvare i migranti che muoiono nelle acque libiche.

L'Italia addestra Guardia costiera libica per salvare i migranti

Rientra in questo quadro l'addestramento da parte di Eunavfor di 78 libici che faranno parte della Guardia costiera del Paese. A ricordarlo oggi in una conferenza stampa presso la sede dell'associazione stampa estera l'Ammiraglio Enrico Credendino, capo della missione Eunavfor Med. «L'obiettivo – ha ricordato Credendino - è evitare che più di 3.000 persone muoiano davanti alle coste libiche dove la missione non può accedere senza la richiesta di Tripoli». Credendino, che oggi si è recato a Tunisi e poi sulle due navi su cui si svolge l'addestramento (la San Giorgio italiana e la Rotterdam olandese), ha sottolineato che si tratta di un nuovo esperimento. La prima fase di addestramento durerà 14 settimane ed è iniziata con 78 libici in servizio da almeno due anni. Nella seconda fase è previsto un addestramento in alcuni Paesi membri, forse Malta, Grecia e Italia, in cui saranno coinvolti circa 500 libici. L'obiettivo è far sì che entro l'estate la nuova Guardia costiera libica abbia le capacità e i mezzi (l'Italia invierà 10 motovedette) per pattugliare la zona da cui parte il maggior numero di barconi. Nel frattempo la missione europea Eubam Libia, dovrà lavorare sul sistema delle carceri e sullo stato di diritto insieme all'Unhcr. Credendino ha inoltre smentito che la missione europea rappresenti un “pull factor” un mezzo di attrazione per le partenze di migranti.

«Anche senza di noi – ha precisato l'ammiraglio – partiranno lo stesso; del resto pur non essendo tra i nostri mandati la ricerca e il soccorso ai migranti, finora abbiamo salvato circa 30mila migranti e altrettanto fanno le navi delle Ong e i numerosi mercantili che incrociano in quelle acque».

Per ora l'addestramento si concentra sulle forze di Tripoli davanti alle coste maggiormente interessate alle partenze di migranti ma, ha precisato Credendino, «abbiamo chiesto che vengano rappresentati tutti i settori del Paese, anche se per ora provengono principalmente dalla Libia occidentale e centrale, perché da lì ci sono la maggior parte delle partenze dei barconi».

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