Italia

Renzi: «Non faremo extra-deficit, per ora i soldi necessari ci…

  • Abbonati
  • Accedi
Politica economica

Renzi: «Non faremo extra-deficit, per ora i soldi necessari ci sono»

  • –di
Il presidente del consiglio Matteo Renzi a Preci (Perugia), uno dei paesi dell'epicentro del terremoto (Ansa)
Il presidente del consiglio Matteo Renzi a Preci (Perugia), uno dei paesi dell'epicentro del terremoto (Ansa)

I soldi per affrontare la ricostruzione e per il piano di prevenzione antisismica «ci sono e sono nella legge di bilancio. Se ci sarà bisogno di più risorse ricorrendo a ulteriori spazi di deficit noi metteremo i denari necessari, ma al momento non ce n’è la necessità».

Il presidente del Consiglio Matteo Renzi, intervenuto ieri a Radio24, torna sul rapporto fra i vincoli di bilancio e l’emergenza terremoto per ribadire due punti fermi secondo Palazzo Chigi: l’impostazione della manovra e degli interventi collegati è in linea con le regole europee, e in ogni caso l’esigenza di affrontare ricostruzione e messa in sicurezza viene prima del tira e molla con la commissione.

Su quest’ultimo aspetto, il premier derubrica il confronto con la Ue a un «Truman show», alimentato da un «chiacchiericcio che non viene fuori da documenti ufficiali e interessa solo gli addetti ai lavori». Sul piano dei numeri, nel 2017 «noi siamo al 2,3% di deficit, la Spagna al 5% e la Francia sta sopra il 3 per cento». Roma, insomma, rispetta le regole, ma in prospettiva le vuole cambiare: «L’Europa anziché dire inizi a dare - chiosa il premier - visto che mettiamo 20 miliardi e ne prendiamo 12 e dobbiamo anche prenderci la lezione sull’immigrazione da chi prende i nostri soldi e poi vuole farci la morale». Quanto alle opposizioni, ieri i Cinque stelle si sono detti pronti a «collaborare a patto che il Governo informi le Camere» sulle cifre stanziate per il terremoto. E in serata il ministro per i Rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi ha fatto sapere che il premier «è pronto a riferire alle Camere».

In cima ai pensieri delle aree colpite dalle ultime scosse ci sono però le prossime mosse in arrivo, a partire dal nuovo decreto che dovrebbe tagliare il traguardo domani e dall’urgenza di accelerare le pratiche sulla gestione dell’emergenza per evitare il rischio spopolamento dei territori più in difficoltà. Sul punto, il premier accoglie la richiesta dei sindaci, rilanciata anche dal presidente dell’Anci Antonio Decaro, di più libertà d’azione: «Hanno ragione - risponde Renzi - e ci stiamo attrezzando, anche se non è possibile immaginare di derogare a tutte le regole». Tra le prime urgenze c’è quella del personale necessario a verificare l’agibilità delle case e degli altri immobili e a gestire i bisogni di una popolazione in affanno. In questi giorni per tamponare l’emergenza è stato avviato un sistema di “prestiti” di personale da altre pubbliche amministrazioni, reso possibile da un’ordinanza della Protezione civile e supportato anche dalle disponibilità arrivate da altri enti locali. Per reggere servono però soluzioni più strutturali, e lo stesso premier spiega che il governo sta valutando le soluzioni percorribili. Le norme potrebbero arrivare già nel decreto di domani, che ha l’obiettivo specifico di tagliare il calendario delle procedure di gestione dell’emergenza. Sempre domani arriverà la nomina di Paolo Tronca, l’ex commissario straordinario di Roma Capitale a cui sarà affidato il coordinamento delle prefetture impegnate in particolare nelle verifiche antimafia sulle ditte che saranno impegnate nei lavori. «La sua esperienza sarà un valore aggiunto», conferma il presidente dell’Anac Raffaele Cantone, che lavorerà fianco a fianco con Tronca perché l’Authority è già all’opera sulla congruità dei prezzi negli acquisti effettuati con le procedure di somma urgenza.

Nell’ottica proposta dal governo, però, emergenza e ricostruzione sono solo la prima tappa di un percorso più lungo, reso «indifferibile» dal sisma secondo lo stesso progetto di bilancio presentato a Bruxelles. «Dobbiamo avere uno sguardo sul presente - sintetizza Renzi -, semplificare le procedure e dire che si portano subito i container, ma il problema è come arriviamo a prevenire i nuovi rischi», in una prospettiva che abbraccia «i prossimi 20 anni». Su questo piano interviene il pacchetto di misure che puntano a rilanciare gli investimenti privati e pubblici nella riqualificazione antisismica degli edifici, e che si trovano nella legge di bilancio ora all’avvio dell’esame alla Camera. È questo il pacchetto, sei miliardi di valore complessivo secondo il ministero dell’Economia (si veda l’articolo qui a fianco), su cui si concentra il confronto con Bruxelles per stabilire i confini delle misure da etichettare come «eccezionali», e quindi da escludere dai calcoli del Patto e del deficit strutturale.

© Riproduzione riservata