
Quella di venerdì potrebbe essere una giornata decisiva per la Volkswagen del dopo dieselgate. In una seduta straordinaria il consiglio di sorveglianza del gruppo discuterà una profonda ristrutturazione che dovrebbe vedere anche un significativo taglio dei costi. La decisione non dovrebbe essere presa in questa sede ma in una successiva riunione convocata per il 18 novembre; il meeting odierno servirà - scrive «Handelsblatt», che ha anticipato la notizia - a permettere una discussione più ampia e ad arrivare al 18 con un accordo già sul tavolo. Secondo il quotidiano economico tedesco, tra gli obiettivi della ristrutturazione ci sarebbe un taglio dei costi di 8 miliardi annui entro tre anni, di cui quasi la metà (3,7 miliardi) sarebbe relativo alla sola marca ammiraglia Volkswagen; il resto peserebbe principalmente sui marchi premium Audi e Porsche.
Nel sistema di governance tedesco il consiglio di sorveglianza comprende anche i rappresentanti dei lavoratori, che in Vw hanno diritto a 10 posti su venti; sommati ai due membri nominati dal Land della Bassa Sassonia, che dispone di una quota del 20% dei diritti di voto (la maggioranza è in mano alle famiglie Porsche-Piëch), i rappresentanti sindacali dispongono di fatto di un potere di veto. Come ricorda il quotidiano, il Governo del Land - guidato dal socialdemocratico Stephan Weil - «non accetterà drastici tagli al personale». Per questo il management del gruppo - guidato dall’amministratore delegato Matthias Müller - sta discutendo da mesi con i rappresentanti sindacali il cosiddetto «Patto per il futuro». I mesi scorsi hanno visto contrasti anche pubblici fra Herbert Diess, capo della marca Volkswagen ed ex-manager Bmw, e Bernd Osterloh, capo del consiglio di fabbrica di Wolfsburg, e molti dettagli della riorganizzazione restano da definire.
Tra gli elementi chiave del piano dovrebbe esserci anche l’accelerazione degli investimenti sulle nuove tecnologie, in particolare sui veicoli a propulsione elettrica; nella presentazione della strategia per il dopo dieselgate, lo scorso giugno, Müller aveva parlato di un obiettivo di arrivare al 25% della gamma con propulsori elettrici o ibridi entro il 2025. Secondo Handelsblatt dovrebbero essere destinate all’Europa due delle quattro fabbriche di batterie che il gruppo aprirà per sostenere lo sforzo di elettrificazione della gamma.
Negli Usa, intanto, il gruppo avrebbe fatto «progressi significativi» verso un accordo con le autorità sulla riparazione di 80mila veicoli con motori diesel da 3 litri; lo ha detto il giudice Breyer nell’udienza tenuta per fare il punto sulla causa. Lo stesso Breyer ha fissato al prossimo 1 dicembre il termine per il raggiungimento di un’intesa. L’accordo sui motori 2 litri raggiunto nei mesi scorsi comporterà per Volkswagen costi fino a 15 miliardi di dollari.
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