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Alluvione di Firenze: 50 anni fa la città fu sepolta dal fango

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gli “angeli del fango” tornano in città

Alluvione di Firenze: 50 anni fa la città fu sepolta dal fango

Cinquant’anni fa l’alluvione di Firenze ritorna nella chiesa di Santa Croce, luogo forse simbolo dell’alluvione di Firenze, “L'ultima cena” di Giorgio Vasari. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha presenziato alla ricollocazione, dopo il restauro, nell’antico refettorio della basilica di Santa Croce. Il restauro è stato portato avanti da Opera di Santa Croce, Opificio delle Pietre Dure, col contributo di Prada, Protezione Civile e Getty Foundation. Alle celebrazioni, oltre al capo dello Stato, ha partecipato anche il presidente del Consiglio Matteo Renzi. A Palazzo Vecchio, nel pomeriggio, sono stati celebrati gli “angeli del fango”, richiamati da tutto il mondo. Mattarella ha anche visitato la mostra documentaria allestita nella sede de La Nazione. Poi il capo dello Stato è stato il primo cittadino a percorrere il tratto del Lungarno Torrigiani che il 25 maggio scorso sprofondò in una voragine.

Nardella: non dobbiamo vivere con la paura del fiume
«Non dobbiamo vivere con la paura del fiume, ma con l’orgoglio di vivere in una realta' che esalta la bellezza del nostro paesaggio», ha detto a “Voci del mattino”, Radio1 Rai, il sindaco di Firenze Dario Nardella.

Cinquant’anni fa la piena dell’Arno
All’alba del 4 novembre di 50 anni fa l’Arno iniziò a rompere gli argini a Firenze. La piena procedette molto velocemente per i lungarno e sommerse tutti i quartieri storici per poi raggiungere nella mattinata il cuore della città, da Santa Croce a Piazza del Duomo, ed espandersi nei comuni limitrofi. Il livello dell’acqua salì rapidamente fino a raggiungere nel pomeriggio i cinque metri. L’allarme venne lanciato in ritardo e i soccorsi arrivarono con forte ritardo. Tragico il bilancio delle vittime: 35 persone persero la vita, tra loro anche 4 bambini, Leonardo e Marina di 3 anni, e le due sorelline di 6 e nove anni, Donatella e Giudalma.Una marea di acqua e fango invase la città, trascinando automobili e detriti.

Alluvione di Firenze, il ritorno dellUltima Cena di Vasari nella Basilica di Santa Croce

Danni ingentissimi
I danni materiali sono gravissimi: alla fine risulteranno distrutti o danneggiati 9.752 negozi, 8.548 botteghe, 248 alberghi, 600 aziende, 13.943 abitazioni, migliaia di automobili. L'evento lascia senza lavoro oltre 30.000 persone. Il bilancio dei danni è reso più grave dalla perdita del patrimonio artistico e culturale. Migliaia di volumi e manoscritti rari furono sommersi dal fango nei magazzini della Biblioteca Nazionale Centrale, insieme a tante opere conservate nei depositi degli Uffizi. Il simbolo della tragedia fu il Crocifisso di Cimabue conservato nella Basilica di Santa Croce che solo dopo un restauro durato anni viene restituito alla città e al mondo. Molti capolavori vengono danneggiati: dipinti di Botticelli, Paolo Uccello e Vasari, insieme con altre 1.500 opere d’arte e 1.300.000 volumi della Biblioteca Nazionale.

Fra gli “angeli del fango” anche Ted Kennedy
Lenta la catena dei soccorsi. Solo dal giorno successivo alla sciagura partono da tutto il mondo quelli che poi verranno definiti 'gli Angeli del fango'. Tra loro anche Ted Kennedy. Anche le forze armate che lavorano ininterrottamente giorno e notte. Tra loro, Gino un vigile del fuoco che con un canotto preso in prestito da alcuni boyscout salva una vita e ancora Marcello, un carabiniere allora ventenne, che salva una coppia di sposini.

L’appello: giovani diventate angeli della polvere
Susan Glasspool, un “angelo del fango” accorsa giovanissima dall’Inghilterra nella Firenze alluvionata del novembre 1966, ha lanciato un appello dal Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio dove è in corso per tutta la giornata commemorativa del 50° anniversario dell'alluvione dell'Arno: «Rivolgo un appello ai giovani di oggi: diventate gli angeli della polvere! Andate nelle zone dell’Italia centrale colpite dal terremoto e aiutate la popolazione, aiutate a salvare i monumenti e le opere d’arte danneggiate».

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