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Dossier Nel lungo termine per l’Europa conta solo la crescita del Pil americano

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Dossier | N. (none) articoliSpeciale America al voto

Nel lungo termine per l’Europa conta solo la crescita del Pil americano

Per i BTp, per il rischio-Italia ma anche per l'euro e per l'Unione europea, il miglior candidato alle elezioni presidenziali Usa è il Pil americano.
Che vinca Hillary Clinton o Donald Trump, quel che conterà di più per i mercati europei e in particolare per quello italiano nel medio-lungo termine sarà l’andamento della crescita americana post-elezioni. In uno scenario Usa di politica fiscale ed economica espansiva, moderata o aggressiva che sia a seconda del candidato vincente, l’Italia non potrà che trarre beneficio da un Pil americano forte e stabile, con una Federal Reserve che alzerà i tassi ma a piccoli e lenti passi, con volatilità in calo e un clima di propensione al rischio globale in aumento. Una Borsa americana tonica con dollaro Usa forte, il rendimento dei Treasuries in lieve rialzo e degli high yield bond in ribasso, sono quel tipo di contesto esterno che favorisce la crescita italiana, quindi la sostenibilità dei conti pubblici e la tenuta dei BTp. In un quadro Usa sgombro da incertezze politiche e con prospettive di crescita economica solida, il risk off dei mercati sull’Italia provocato dal referendum sulla riforma costituzionale sarebbe mitigato e un eventuale ampliamento dello spread tra BTp e Bund contenuto.

Ma qualcosa, anzi più di una cosa, può andar storto nelle elezioni americane. E se gli Usa dovessero per contro divenire unacostante sorgente di incertezza e di instabilità, l’Italia sarebbe tra i primi Paesi europei a farne le spese, per via delle sue elevate vulnerabilità ai rischi esogeni e agli shock esterni, dovute alla crescita gracile abbinata a un alto debito/Pil e instabilità politica rinvigorita dal referendum.

Cosa può andare storto? Nel caso di vittoria di Hillary Clinton, dopo un’iniziale reazione positiva dei mercati - Borse al rialzo, dollaro in salita e rendimento dei Treasuries in ascesa ma di una decina di centesimi - potrebbe innescarsi un periodo di incertezza dato dal caso irrisolto dell’”email-gate” perchè resterebbe la spada di Damocle dell’impeachment. La Clinton tra l’altro avrebbe il Congresso contro e la sua politica fiscale ed economica sarebbe frenata, mettendo a rischio i massicci investimenti pubblici nelle infrastrutture (comunque finanziati con un debito pubblico già alto). Uno scenario economico debole negli Usa penalizzerebbe non poco l’Europa (con elezioni in Germania e Francia in arrivo): in compenso la politica estera clintoniana sarebbe più pro-euro e pro-Europa rispetto a quella di Trump.

Per i BTp e il rischio-Italia lo scenario migliore, nel caso di vittoria di Donald Trump, scaturirebbe da un Presidente alla Casa Bianca d’un tratto equilibrato e ragionevole (non più lo showman della campagna elettorale) capace di sfruttare al meglio il Congresso a favore e dunque realizzare - con numeri e misure che nel programma ora mancano - l’obiettivo di irrobustire la crescita Usa con taglio delle tasse e politiche marcatamente pro-business. I rendimenti dei Treasuries comunque salirebbero e i Bund potrebbero seguire le stesse sorti: l’aumento alla spesa pubblica, il taglio delle tasse, e il protezionismo di Trump possono portare ad inflazione e quindi perdite per i detentori di bond a cedola fissa.
Persino in questo scenario “migliore” qualcosa potrà andare storto: la politica estera di Trump è più disposta a dialogare con il Regno Unito e la Russia che con la Ue: un problema non da poco nel pieno della trattativa su Brexit e con i flussi migratori chiave ma in bilico a causa del rapporto con una Turchia sempre più distante dalle logiche europee.

Nel caso di vittoria di Trump, dove invece i primi passi del nuovo Presidente si dovessero rivelare tutt’altro che tranquillizzanti, vi sarebbe il calo del dollaro contro la moneta unica europea con l’aggravante che l’euro si apprezzerebbe anche contro le valute dei Paesi emergenti (Cina compresa) come prevedono gli esperti. Scatterebbe poi la fuga verso la qualità, il quadro peggiore per BTp e per la Borsa italiana dominata dal settore bancario. I rendimenti dei Treasuries sono visti al ribasso di 20-30 centesimi, i Bund privilegiati come bene rifugio e vendite sui titoli di Stato della periferia europea. Il ribasso dei prezzi dei BTp sarebbe tenuto a freno da un intervento più che provvido della Bce (prolungamento del QE a volume invariato di 80 miliardi al mese). E un esito del referendum nella direzione di maggiore stabilità politica.

@isa_bufacchi

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