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Ecco i moduli per rottamare le cartelle: è caccia allo sconto

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lo scenario

Ecco i moduli per rottamare le cartelle: è caccia allo sconto

  • –di , Dell'Oste, Parente
(Agf)
(Agf)

Nome in codice: «DA1». Dietro questa sigla burocratica si cela il modello per le istanze di “rottamazione” delle cartelle, di fatto il tassello mancante per chi vuol chiudere i conti con Equitalia a prezzi scontati. Con la diffusione dell’istanza di domanda – avvenuta nella serata di venerdì scorso – i contribuenti possono materialmente aderire a quella che il decreto fiscale (Dl 193) ha chiamato «definizione agevolata». Escluso chi si è avventurato nell’inoltro via Pec ieri e sabato, quello di oggi è il primo appuntamento con gli sportelli. Anche se – segnalano da Equitalia – l’attività ordinaria potrebbe subire qualche rallentamento nelle grandi città a causa di assemblee sindacali dei dipendenti.

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Quella che si apre oggi sarà comunque una procedura su cui campeggia il cartello «lavori in corso» a causa dell’iter di conversione del provvedimento. In primis, tra gli emendamenti presentati in commissione Finanze alla Camera ce ne sono diversi che puntano ad ampliare il numero delle rate entro cui effettuare il versamento del dovuto: attualmente sono quattro e con l’ultima da saldare entro il 15 marzo 2018. E andrà chiarita la sorte di chi sceglie oggi una dilazione in quattro tempi e si troverà domani a voler sfruttare un eventuale maggior numero di rate.

Ma non finisce qui. Rimane aperta anche la questione dei Comuni che non riscuotono tramite ruolo, ma con l’ingiunzione di pagamento. Questi ultimi, infatti, non sarebbero ammessi alla sanatoria, allo stato attuale.

Sono punti da chiarire di cui i contribuenti interessati dovranno tenere conto e che potrebbero anche consigliare un rinvio di qualche giorno nella presentazione della domanda di adesione. Del resto, il decreto fiscale fissa la deadline al 23 gennaio 2017. È chiaro, però, che l’incentivo ad accorciare i tempi di presentazione è rappresentato dalle “difese” assicurate. A quel punto, infatti, Equitalia non potrà procedere ad azioni esecutive (tradotto in termini più semplici: pignoramenti) né iscrivere ipoteche o fermi amministrativi. Resterebbero, invece, le ipoteche e le ganasce fiscali già avviate.

L’aspettativa è sicuramente elevata. Come dimostrano anche gli esempi riportati a lato, la possibilità di chiudere i conti con l’agente della riscossione per i ruoli affidati tra il 2000 e il 2015 alletta molti contribuenti soprattutto per gli sconti significativi. Si può arrivare anche fino al 50% grazie alla sterilizzazione di sanzioni, interessi di mora e interessi di dilazione per chi aveva un piano di rateazione in corso. La percentuale è variabile anche in considerazione dell’anzianità della cartella (e qui a pesare sono gli interessi maturati) e delle sanzioni applicate sull’imposta contestata nell’avviso di accertamento originario.

Un discorso a parte va fatto per le multe stradali. In questo caso, infatti, la sanzione amministrativa è il “cuore” stesso della contestazione per la violazione al Codice della strada e quindi chi vorrà rottamare le cartelle si vedrà detrarre solo gli interessi e le maggiorazioni previste per i ritardati pagamenti dalla legge di depenalizzazione del 1981.

Il successo di tutta l’operazione (da cui la relazione tecnica al decreto fiscale stima che arriveranno in tutto 2,7 miliardi di euro tra il 2017 e il 2019) diventa un passaggio decisivo anche nel passaggio di consegne da Equitalia al nuovo ente pubblico economico «Agenzia dell’Entrate - Riscossione» che debutterà a partire dal 1° luglio 2017.

A prescindere dal giudizio politico o di “etica fiscale” (da più parti si è parlato di «condono»), resta il problema più volte sollevato in audizione parlamentare dall’attuale ad e presidente del concessionario pubblico della riscossione, Ernesto Maria Ruffini: dei 1.058 miliardi affidati a Equitalia tra il 2000 e il 2015, sono effettivamente recuperabili poco più di 51,2 miliardi (appena il 5%). Negli anni, infatti, la piramide rovesciata degli importi iscritti a ruolo si è andata progressivamente restringendo tra gli sgravi (cioè gli annullamenti delle contestazioni originarie da parte degli enti impositori per l’ammissione di errori) e i crediti non più recuperabili perché nel frattempo i contribuenti sono passati a miglior vita oppure le società sono fallite.

Invia un quesito agli esperti: vai al Forum sulla rottamazione www.ilsole24ore.com/cartelle2016

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