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Fondi Ue, volata finale con overbooking

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Fondi Ue, volata finale con overbooking

  • –Chiara Bussi

Rush finale di Regioni e ministeri per non perdere risorse Ue della programmazione 2007-2013. Il conto alla rovescia è iniziato e mancano poco meno di cinque mesi alla scadenza del 31 marzo 2017, data limite per la certificazione della spesa alla Commissione Ue ed evitare il rischio di disimpegno automatico di fine periodo. Secondo gli ultimi dati della Ragioneria generale dello Stato, da giugno si è registrata un’ulteriore accelerazione dei pagamenti, che a fine agosto hanno raggiunto quota 105,38% per i programmi del Centro-Nord (Obiettivo Competitività) e del 96,93% per quelli del Sud (Obiettivo Convergenza). Intanto un rapporto di valutazione sul Fondo europeo di sviluppo regionale realizzato dalle società di consulenza Ismeri Europa, Applica e Cambridge Economics Associates per conto della Commissione Ue mette in luce una serie di aspetti critici che hanno riguardato la programmazione, in Italia e negli altri Paesi.

Il pieno assorbimento dei fondi Ue sembra a portata di mano. Ne sono convinti al Tesoro, prevedendo di certificare il 100% della spesa prevista. «Gli ultimi dati - dicono fonti del ministero - mostrano che tutti i programmi hanno avuto impegni superiori al 100% e le spese sono prossime a raggiungere tale soglia. Mancano ancora le spese sulle quali le Autorità di gestione dei programmi stanno espletando le verifiche di ammissibilità». L’ultima parola spetterà poi a Bruxelles, che dovrà verificare la validità delle certificazioni e potrebbe respingerne alcune, come è già accaduto in passato, ma per importi limitati rispetto alla dotazione totale. Nella programmazione 2000-2006, per esempio, sono stati disimpegnati 39,5 milioni di euro per il Fse e 2,4 milioni per il Fesr. Per quella 2007-2013 nelle verifiche intermedie di fine anno previste dalle regole europee si è invece verificato un disimpegno di 48,3 milioni per il Fesr e di 16,8 milioni per il Fse.

Per scongiurare il rischio molte regioni, ma anche ministeri hanno optato per l’overbooking, presentando progetti e spese superiori alla dotazione complessiva. Un colpo di reni sarà però ancora necessario in alcuni casi, come la Sicilia, che per il Fesr ha fatto uno scatto in avanti nella spesa di circa due punti percentuali rispetto a fine giugno, ma i pagamenti rappresentano il 78,5% della dotazione. Nella stessa regione la spesa del Fse si attesta all’84% della dote. Tra i programmi nazionali lo sforzo maggiore sarà invece richiesto al Pon Ricerca e competitività, che gestisce fondi Fesr e dove i pagamenti a fine agosto sono pari all’82,5% della dotazione.

«La crisi - sottolinea Enrico Wolleb, direttore di Ismeri Europa - è stata pesante e spesso i fondi Ue sono stati l’unica risorsa per finanziare gli investimenti. Per valutare l’efficacia di una programmazione gli aspetti quantitativi non sono però sufficienti». L’analisi delle modalità di esecuzione dei programmi ha infatti messo in luce numerosi nodi da sciogliere, in Italia come nell’intera Ue. I ritardi sul fronte della spesa hanno provocato «un eccessivo focus sull’assorbimento dei fondi, che è andato a scapito dell’efficacia». Non solo. I programmi - si legge nel rapporto - si sono rivelati troppo generici, senza una focalizzazione precisa, con una conseguente dispersione di fondi tra le aree tematiche e una difficoltà evidente a monitorarne i risultati. In Italia il 31% delle risorse del Fondo europeo di sviluppo regionale nella programmazione 2007-2013 è destinato al sostegno alle imprese e all’innovazione. «Qui - spiega Wolleb - accanto a misure per promuovere la ricerca e lo sviluppo ha spesso prevalso una logica difensiva per la salvaguarda di posti di lavoro o per fornire credito ad aziende colpite dal credit crunch». Anche sul fronte dei trasporti, che ha catalizzato il 20% dei fondi disponibili, «si è preferito dare la precedenza a interventi di manutenzione e miglioramento della rete, con tempi di esecuzione lunghi fino a un decennio, che ne hanno diluito anche l’efficacia».

Nella programmazione 2014-2020 la Commissione Ue è corsa ai ripari per sciogliere alcuni di questi nodi. Bruxelles ha infatti imposto obiettivi specifici per i programmi e valutazioni su ciascuna priorità. Nel nostro Paese, inoltre, le misure per la semplificazione amministrativa hanno portato i primi frutti, ma non tutte sono state recepite e c’è ancora molto da fare, in particolare nel Mezzogiorno, l’area a cui sono stati destinati 24,5 miliardi sui 31 totali del Fesr. «Al Sud il vero punto di svolta - conclude Wolleb - si avrà solo con l’attuazione dei cosiddetti Pra, i Piani di rafforzamento amministrativo voluti da Bruxelles per migliorare la capacità di spesa. L’elemento chiave sarà dimezzare i tempi delle procedure, il che avrà un effetto anche sulla trasparenza. È questa la vera sfida».

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