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Juncker: l’Italia attacca la Ue a torto e senza i risultati…

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braccio di ferro

Juncker: l’Italia attacca la Ue a torto e senza i risultati sperati. Renzi: spese sisma fuori dal Patto

Tra dichiarazioni pubbliche e negoziati privati continua il confronto tra Roma e Bruxelles sul bilancio programmatico del 2017. La Commissione europea deve presentare una opinione entro la fine del mese di novembre. La Finanziaria per l'anno prossimo, preparata dal governo Renzi, è in evidente contrasto con le regole del Patto di Stabilità e di Crescita. Ancora oggi, l'esecutivo comunitario ha fatto capire che l'attuale bilancio programmatico è difficilmente accettabile.

«Rimane del lavoro da fare per far avvicinare le cifre e le misure», ha detto qui a Bruxelles, il commissario agli affari monetari Pierre Moscovici, a ridosso di una riunione dei ministri delle Finanze della zona euro. «La Commissione europea è pronta a prendere in conto la flessibilità di bilancio, poiché l'Italia è in prima linea nell'affrontare l'emergenza migranti in nome e per conto dell'Europa e anche i disastri naturali che l'hanno colpita in queste recenti settimane».

L'uomo politico ha poi però precisato: «Ciò detto, è importante che le regole siano rispettate (…) Vi sono ancora sforzi da fare in modo da trovare un terreno comune in uno spirito costruttivo per integrare la flessibilità» di bilancio richieste dall'Italia. Il governo Renzi ha presentato una Finanziaria in violazione delle regole del Patto di Stabilità. Questa prevede un aumento del deficit strutturale dello 0,4% del PIL, rispetto a un impegno di ridurre il disavanzo strutturale dello 0,6% del PIL.

Braccio di ferro Juncker-Renzi sulla manovra

Roma ha chiesto di poter godere di flessibilità per lo 0,4% del PIL, per via della crisi dei rifugiati e dell'emergenza provocata dai recenti terremoti. Sempre in questo contesto, il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker ha criticato oggi il governo: «L'Italia non cessa di attaccare, a torto, la Commissione europea», nonostante proprio gli elementi di flessibilità introdotti nel Patto dall'esecutivo comunitario abbiano offerto al paese margini maggiori di spesa per un totale di 19 miliardi di euro.

“L’Italia ci aveva promesso un deficit dell’1,7 per cento del Pil nel 2017 e oggi invece ci propone un deficit del 2,4% del Pil”

Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione Ue 

«L'Italia – ha aggiunto l'ex premier lussemburghese – ci aveva promesso un deficit dell'1,7% del PIL nel 2017 e oggi invece ci propone un deficit del 2,4% del Pil (…) allorché il costo dei rifugiati e dei terremoti si riduce allo 0,1% del Pil». Dalle prese di posizione di oggi si capisce che la Commissione europea è infelice della Finanziaria e delusa dalle risposte che il governo Renzi ha dato a una richiesta di chiarimenti (si veda Il Sole/24 Ore del 26 ottobre e del 1° novembre).

“Una cosa è il rispetto delle regole, altro è che queste regole possano andare contro la stabilità delle scuole”

Matteo Renzi, presidente del Consiglio 

In campagna elettorale, il premier Matteo Renzi ha risposto tambur battente al presidente della Commissione: «Juncker dice che faccio polemica. Noi non facciamo polemica (…) Perché una cosa è il rispetto delle regole, altro è che queste regole possano andare contro la stabilità delle scuole dei nostri figli. Si può discutere di investimenti per il futuro ma sull'edilizia scolastica non c'è possibilità di bloccarci: noi quei soldi li mettiamo fuori dal Patto vogliano o meno i funzionari di Bruxelles».

La Commissione capisce le ragioni italiane e non vuole aizzare i sentimenti euroscettici nel paese, a ridosso del prossimo referendum costituzionale del 4 dicembre. Al tempo stesso, deve tenere conto delle regole e soprattutto della posizione dei paesi particolarmente attenti al rispetto del Patto.
La Commissione vorrebbe quindi che il governo Renzi rivedesse la manovra e riducesse lo scarto tra deficit previsto e deficit promesso. La partita è animata per due motivi.

Da un lato perché il premier Matteo Renzi non ha esitato ad attaccare, in alcuni casi sbeffeggiare la Commissione. Come non prevedere ripicche? Dall'altro, l'Italia sa che Bruxelles non può troppo criticare la Finanziaria del 2017 a ridosso del voto. Come non pensare che Bruxelles si senta ostaggio? Nonostante le schermaglie, le parti hanno bisogno di una intesa. Il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan ha incontrato oggi Moscovici «per la 15ma, 16ma volta quest'anno», secondo l'uomo politico francese.

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