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Garanzia Giovani, Poletti: meno 250mila Neet nel II trimestre

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Garanzia Giovani, Poletti: meno 250mila Neet nel II trimestre

Il programma Garanzia Giovani ha dato «risultati positivi, perchè nel secondo trimestre di quest'anno l'Istat ci dice che abbiamo ridotto di 250mila il numero dei Neet», ovvero degli under 30 che non studiano e non lavorano.
Lo ha detto il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, partecipando oggi a Napoli a Orientasud, il salone dell'orientamento dedicato ai giovani che si apprestano a scegliere il proprio percorso formativo o professionale.

Garanzia giovani, oltre 1 milione di iscritti
«Sono più di 1 milione i ragazzi che si sono registrati a Garanzia Giovani» ha detto Poletti, spiegando che grazie al programma del Governo dedicato ai 15-29enni «i ragazzi si sono recati nei centri per l'impiego, hanno dialogato con chi si occupa dei problemi dell'occupazione e hanno avuto la possibilità di avviare una strada».
«In molti hanno fatto un tirocinio, un'esperienza scolastica - ha continuato - e dobbiamo recuperare molto anche in termini di dispersione scolastica, perché abbiamo molti giovani che cominciano le superiori poi durante il primo o il secondo anno abbandonano e dopo non li ritroviamo più».

Iniziative anti dispersione
Perchè gli studenti che abbandonano «non è che lasciano la scuola per andare a lavorare - ha aggiunto Poletti- ma la abbandonano e non li recuperiamo». «Con
Garanzia giovani abbiamo cominciato questo percorso - ha proseguito il ministro - e alcuni di questi ragazzi quali qualche anno dopo hanno scelto magari di tornare a scuola o magari di cominciare con un'attività di formazione professionale quindi ci sono un dialogo e un canale aperti».
«Si può fare sicuramente molto meglio, anche perché questa è
una esperienza nuova per il nostro Paese» ha continuato, spiegando che «avevamo anche strutture deboli, perché per esempio i nostri centri per l'impiego non sono come quelli tedeschi o francesi, quindi abbiamo bisogno di rafforzare la strumentazione». «Però le cose si migliorano quando si fanno - ha concluso - se non si parte non si può fare meglio di quello che si faceva prima».

Referendum: valutare effetti della scelta
Rispondendo alle domande dei giornalisti sulla polemica nel al Pd in vista del voto del 4 dicembre, Poletti ha detto che «le discussioni interne ai partiti sono nell'ordine delle cose, ma credo che le persone facciano bene a valutare quello che succederà dopo. Io voto sì, ma agli italiani dico: pensateci prima, valutate bene gli effetti della vostra scelta perché non potrete recuperare due giorni dopo dicendo 'peccato'».

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