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Salvini chiama il fronte del no, alt dal M5S

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Salvini chiama il fronte del no, alt dal M5S

  • –Barbara Fiammeri

roma

Non c’è solo la competizione contro il Sì ma anche quella all’interno del fronte del No. La partita sul referendum appare infatti come il prologo della prossima campagna elettorale: coloro che oggi si ritrovano dalla stessa parte, nella comune battaglia contro Matteo Renzi, dal 5 dicembre torneranno a darsele di santa ragione per contendersi l’elettorato antirenziano. Ecco perché non sorprende che l’invito a partecipare sabato a Firenze alla manifestazione della Lega, rivolto da Matteo Salvini a «tutti coloro che hanno un’idea d’Italia diversa rispetto a quella di Renzi», a partire da «D’Alema e Grillo», sia stato seccamente respinto al mittente da Luigi Di Maio. Il leader in pectore del M5s ha detto di non essere interessato a mettere insieme «sigle e partiti» per dar vita «ancora una volta a un’accozzaglia già vista in passato».

Una risposta che certo non ha sorpreso Salvini: «Di Maio perde un’occasione. Se i 5 stelle preferiscono rimanere nel frigorifero della Raggi è una scelta loro». Il leader della Lega non è interessato alla presenza dei parlamentari grillini bensì ai loro elettori, nella speranza che domani almeno una parte si sposti verso il Carroccio. Per questo è tornato a battere anche ieri sul tasto «No euro», consapevole di trovare orecchie sensibili tra chi vota M5s. Finora questa strategia non ha portato i risultati sperati. Da mesi, secondo i sondaggi, la Lega è ferma, se non in fase calante. Lo sa anche Salvini che per questo punta a cannibalizzare quello che da sempre è il suo principale alleato: Forza Italia. Solo che in questo caso non rivolge la sua attenzione solo agli elettori di Fi ma anche su quella parte della dirigenza azzurra che non ha digerito la discesa in campo di Stefano Parisi e teme di essere rottamata dal Cavaliere. «Berlusconi se vuole restare con noi deve dire addio all’euro, mi ha detto che ci sta pensando ma deve decidersi presto», attacca Salvini intervenendo a Di Martedì su La7.

Sabato sul palco fiorentino allestito dal Carroccio, accanto al numero uno della Lega e alla leader di FdI Giorgia Meloni, ci sarà anche il forzista Giovanni Toti in qualità di governatore della Liguria. Una presenza che viene particolarmente sponsorizzata da Salvini che lancia ai forzisti una sorta di ultimatum: «Chi sta a casa, chi è nostalgico dell’epoca verdiniana degli inciuci alla Toscana, poi non venga a bussare alla nostra porta», perché «è troppo comodo tenere il piede in sei scarpe diverse, vedendo come va il referendum e poi, magari, facciamo un pezzo di governo con Renzi...». A chi gli chiede se abbia invitato il Cavaliere a intervenire alla manifestazione in Piazza Santa Croce ha risposto: «Berlusconi per ovvi motivi di salute non fa incontri pubblici, certo se ci fosse benissimo».

Salvini aspetta che altri forzisti ci mettano la faccia per quantificare quanti sarebbero disposti a rompere con il Cavaliere qualora decidesse di tornare dopo il referendum alle larghe intese. Si parla della possibile presenza dei capigruppo Renato Brunetta e Paolo Romani. «Non ho ancora deciso, anche perchè quella di Firenze è soprattutto una manifestazione di amministratori locali», spiega Romani. Chi invece fa sapere fin da ora che non sarà della partita è Maurizio Gasparri: «Per me l’alleanza con la Lega resta un caposaldo ma Salvini deve smetterla con questi toni. Se davvero avesse voluto la nostra presenza bastava una telefonata».

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