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Inchiesta P3, chiesta la condanna per Verdini e altri 17

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Inchiesta P3, chiesta la condanna per Verdini e altri 17

  • –Ivan Cimmarusti

Chiesti quattro anni di carcere per il senatore Denis Verdini: il processo sulla presunta associazione massonica P3, il cui presunto obiettivo era di «condizionare le scelte dello Stato», entra nel vivo.

Le richieste, formalizzate al Tribunale di Roma dal procuratore aggiunto Rodolfo Sabelli e dal sostituto Mario Palazzi, riguardano - assieme al leader di Ala - altri 17 imputati, tra i quali il «faccendiere» Flavio Carboni, nove anni e sei mesi, l’ex giudice tributarista Pasquale Lombardi e l’imprenditore Arcangelo Martino, otto anni e sei mesi, l’ex presidente della Cassazione Vincenzo Carbone, cinque anni, l’allora segretario per l’economia del Governo Berlusconi, Nicola Cosentino, un anno e sei mesi, l’ex governatore della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci, un anno. Stralciata, invece, la posizione dell’ex braccio destro di Silvio Berlusconi, Marcello Dell’Utri, che sarà giudicato da altra sezione del Tribunale in quanto all’epoca del rinvio a giudizio (novembre 2014) si trovava in Libano.

Dell’accusa di associazione per delinquere e violazione della Legge Anselmi (sulle organizzazioni segrete) rispondono esclusivamente Martino, Lombardi, Verdini e Dell’Utri. Nei confronti di tutti, invece, sono ipotizzati, a vario titolo, i reati di corruzione, abuso d’ufficio, illecito finanziamento dei partiti, diffamazione e violenze private. Il procedimento punta a svelare l’esistenza di un supposto gruppo di potere che avrebbe «influenzato la decisione della Corte costituzionale nel giudizio di legittimità del lodo Alfano», oltre a ipotizzate pressioni sull’allora vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, Nicola Mancino, e su «componenti del Csm», per pilotare nomine giudiziarie cardine, come quelle di «presidente della Corte d’Appello di Milano e di Salerno» e «procuratore della Repubblica di Isernia e Nocera inferiore». In questa vicenda un ruolo ben definito lo avrebbero giocato anche i tre imputati doc. I nomi di Dell’Utri, Verdini e Cosentino spuntano in diversi capi d’imputazione. C’è, per esempio, il caso dei contributi finanziari ricevuti dagli imprenditori Alessandro Fornari e Fabio Porcellini. I due «partecipavano all’associazione - è annotato negli atti - fornendo il sostegno economico diretto a finanziare il sodalizio e i suoi membri e necessario, fra l’altro, a realizzare il piano industriale di intervento nel settore delle energie rinnovabili e a creare la provvista destinata alla corruzione dei pubblici funzionari e ai finanziamenti illeciti in favore di membri del Parlamento; ciò facevano versando ripetutamente a Carboni, Verdini e Dell’Utri (…) oltre 6 milioni di euro, che prelevavano dalle casse di società da loro gestite e trasferivano a Carboni e agli altri associati con la complicità di prestanome».

Cosentino, invece, è accusato di diffamazione e violenza privata ai danni dell’ex presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, in relazione alla diffusione «a mezzo internet di false notizie dal contenuto diffamatorio». Diffamazione che avrebbe compiuto assieme a Carboni, all’ex assessore napoletano Arcangelo Martino e all’ex giudice Pasquale Lombardi.

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