A meno di un mese dal referendum costituzione, i Comitati per il No annunciano azioni legali contro la lettera che Matteo Renzi ha inviato ai 4 milioni di cittadini iscritti all’Aire (Anagrafe italiani residenti all’estero) in vista del voto del 4 dicembre.
«Man mano che emergono i particolari e i contorni, la lettera inviata da Renzi agli elettori italiani all'estero pone problemi seri e preoccupanti - afferma il vice presidente del Comitato per il No, Alfiero Grandi -. Il ricorso alla magistratura in tutte le sedi possibili è a questo punto inevitabile per cercare di ottenere giustizia e il ripristino della parità di condizioni per il Sì e per il No in campagna elettorale».
Secondo Grandi, inoltre, «stampare e inviare 4 milioni di lettere all'estero ha un costo rilevante: ci sono state entrate impreviste? O è intervenuto l'aiuto disinvolto di una qualche struttura pubblica?».
In una nota il coordinamento dei comitati per il No spiega di aver dato mandato al professor Francesco Saverio Marini di presentare un esposto all'autorità giudiziaria per la vicenda della lettera: in particolare, il riferimento è alla “contemporaneità” del recapito della lettera e delle schede elettorali e soprattutto al mancato rilascio da parte del Viminale al Comitato popolare per il No degli stessi. Sull'iniziativa si terrà una conferenza stampa lunedì.
Il Viminale: indirizzi regolarmente consegnati a tutti i richiedenti
Immediata la replica del Viminale: «Sono stati regolarmente consegnati,
su Cd, a tutti i richiedenti, gli unici dati sugli italiani all'estero di cui è in possesso il Ministero dell'Interno e cioè: nome e cognome, data e luogo di nascita, indirizzo estero di residenza dell'elettore e sede diplomatica di competenza». Lo sottolinea in una nota l'ufficio stampa del Viminale precisando
che «il Ministero non dispone né di mail né dei telefoni degli elettori all'estero».
Replica di Alfano: «La lettera? Un’iniziativa normale»
Difende la lettera agli italiani all’estero il ministro dell’Interno Angelino Alfano. «È un'iniziativa assolutamente normale che ha tutta l'istituzionalità che giustifica l'intervento di un presidente del Consiglio che promuove il voto. Suscita uno scandalo giusto perché, a volte, la patina di ipocrisia è troppo spessa. C'è troppa ipocrisia», ha dichiarato Alfano, a Pescara, a margine di un incontro per il Sì. (Si.Spe.)
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