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Addio a Luigi Caccia Dominioni, grande architetto, designer e urbanista

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AVEVA 102 ANNI

Addio a Luigi Caccia Dominioni, grande architetto, designer e urbanista

(Contrasto)
(Contrasto)

È morto all’età di 102 anni Luigi Caccia Dominioni, l’architetto della Milano della ricostruzione nel Dopoguerra. Architetto, designer, urbanista, era nato nel capoluogo lombardo il 7 dicembre 1913 e da giovane aveva studiato, fino al liceo classico, all’Istituto Leone XIII di Milano, retto dai Gesuiti.

Nel 1931 l’iscrizione alla facoltà di Architettura del Politecnico di Milano, nel 1936 la laurea e poi l'abilitazione professionale a Venezia. Nello stesso anno apre lo studio, con i fratelli Livio e Piergiacomo Castiglioni.

Prestato il servizio militare dal 1939 al 1943, si rifiuta di aderire alla Repubblica Sociale di Salò ed è costretto a riparare in Svizzera. Dal ’45 riprende la sua attività di architetto, prima con il collega Castiglioni e poi, dal ’46, con proprio studio professionale, in società con i marchesi Porro e i Brizzi.

Milano è disseminata di edifici da lui progettati, come la Casa Caccia Dominioni in piazza S.Ambrogio (1947/50), l’edificio in piazza Carbonari (1960/61), il Palazzo di Santa Maria alla Porta del ’61, il palazzo delle Cartiere Binda (1966). Nel 1967 progetta insieme con Vico Magistratti il complesso residenziale di San Felice, a Segrate, che viene ultimato nel 1975. La Chiesa di S.Biagio a Monza è invece del ’68. A Monaco, ha costruito il grattacielo di Parc Saint Roman.

«Luigi Caccia Dominioni è stato per molti versi il migliore e il più rappresentativo architetto della Milano della ricostruzione - ha detto il sindaco di Milano Giuseppe Sala -. La città gli deve molto e soprattutto il fatto di essere punteggiata dalle sue architetture che hanno stabilito, dagli anni '50 agli anni '70, le qualità della sua eleganza. Sulla sua esperienza, Milano deve continuare a costruire se stessa, nel nome della bellezza e della qualità del vivere».

Intensa anche l’attività come designer: dalla lampada da terra Monachella (1953) alla poltrona Catilina (1958), dal piccolo mobile Casaccia (1962), al divano e alla poltrona Toro (1973), fino alla panchina in metallo Monforte (1986).

Nelle sue opere, siano esse grandi edifici, piccoli uffici o oggetti di design, respira una ricerca protesa verso l’espansione dello spazio. «Sono architetto sino in fondo - ha scritto Luigi Caccia Dominioni - e trovo l'urbanistica ovunque… In realtà l'appartamento è una microcittà, con i suoi percorsi, i suoi vincoli, gli spazi sociali e quelli privati».

E ancora: «Mi sono sempre appassionato agli spazi piccoli e ho sempre dato l'anima per farli sembrare più grandi, ad esempio allungando i percorsi, contrariamente a una certa tendenza che tende a ridurli. L'ingresso diretto in soggiorno non lo amo perché non riserva sorprese, mentre il compito dell'architetto, io credo è anche quello di suscitare un succedersi di emozioni… I miei ingressi, le mie scale, persino i mobili sono soluzioni urbanistiche».

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