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La “geopolitica della Misericordia” e l'eredità di un anno…

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Attualità

La “geopolitica della Misericordia” e l'eredità di un anno con Francesco

Ansa
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Un lungo giro della piazza San Pietro sulla macchina scoperta ha chiuso la celebrazione conclusiva del Giubileo, in mezzo a oltre 70mila persone, ma forse anche di più, da tutto il mondo, compresa la Cina popolare. Si chiude un anno straordinario per la Chiesa di Francesco, che l'ha visto protagonista di eventi eccezionali, tanto che ormai si parla di “geopolitica” della misericordia, a rimarcare il ruolo formidabile ricoperto da Bergoglio. In questi mesi tanto si è visto, dal riabbraccio con gli ortodossi russi ai luterani – eventi attesi da decenni, se non da secoli – al ruolo determinante per la pace in Colombia, la vicinanza ai rifuguati con la visita nell'isola di Lesvos, la grande fermezza nel negare che tra cristiani e musulmani vi sia una guerra di religione, smorzando le tentazione estremiste occidentaliste anche dopo eventi di grande emozione, come l'assassinio del sacerdote francese sull'altare. “Un anno con Francesco” è stato detto, anche da chi non credente, e in moltissimi hanno attraversato una porta santa, da qualche parte (ma anche a Roma) senza talvolta comprenderne il significato e senza compiere il gesti necessari per l'indulgenza. Lui, il Papa, cosa sia in profondità la misericordia lo ha spiegato nel libro “Il nome di Dio è Misericordia”, scritto dal giornalista Andrea Tornielli, lo ha ripetuto in ogni incontro, omelia o discorso, lo ha manifestato nei “venerdì della Misericordia”, gli incontri a sorpresa effettuati in piccole comunità di volontariato, ospedali, ospizi, centri di assistenza.
E nella lunga intervista rilasciata a Tv2000 e Radio InBlu – emittenti della Cei – al direttore di rete, Paolo Ruffini, e al direttore dell'informazione, Lucio Brunelli, va a fondo ancora di più, con le sue parole e i suoi silenzi, gli sguardi e la gestualità. In un'anticipazione dell'intervista – l'integrale andrà in onda questa sera su Tv2000 alle 21 – ricorda l'incontro con una giovanissima ragazza africana strappata alla sfruttamento della prostituzione, che gli aveva raccontato di aver partorito da sola sulla strada, tempo prima, e suo figlio era morto. E poi l'incontro con una giovane madre in un reparto di maternità al San Giovanni, che piangeva disperata per uno dei suoi tre gemelli appeni venuti al mondo era deceduto, ricordando che per la Chiesa e per lui l'aborto è un “orrendo crimine”. La visione di Bergoglio è di un mondo senza rigidità, dove vi sia misericordia in profondità, senza ipocrisie: “La giustizia è misericordiosa e la misericordia e giusta”.
Poi una domanda sul prossimo compleanno degli 80 anni, il 17 dicembre: come fa a tenere un ritmo di vita e impegni così serrato? “C'è un thè speciale?…. Non lo so come faccio. Io prego, quello mi aiuta tanto. La preghiera è un aiuto per me, celebro la messa, parlo con il Signore, prego il rosario, e poi domo bene, dormo sei ore come un legno, il giorno delle scosse di terremoto non lo ho sentite”. E un accenno allo stato di salute: “Ho il problema della colonna, ma va bene per il momento, faccio quello che posso, non più. Mi misuro un po'. È una grazie del Signore”. E una battuta sui rapporti interpersonali: «Io ho allergia degli adulatori. Mi viene naturale, eh?, non è virtù. Perché adulare un altro è usare una persona per uno scopo, nascosto o che si veda, ma per ottenere qualcosa per se stesso. Anche, è indegno. Noi, a Buenos Aires, gli adulatori li chiamiamo “lecca calze” (leccapiedi, ndr)... Quando mi lodano, anche qualcuno che mi loda per qualcosa che è uscita bene: ma subito, tu ti accorgi chi ti loda lodando Dio, “ma, sta bene, bravo, avanti, questo si deve fare!”, e chi lo fa con un po' di olio… I detrattori parlano male di me, e io me lo merito, perché sono un peccatore: così mi viene di pensare. Quello non mi preoccupa».
Alla fine della celebrazione il Papa ha firmato la lettera Apostolica “Misericordia et misera” che sarà resa nota domani: alla firma erano presenti sul sagrato il Sostituto della Segreteria di Stano, Angelo Becciu, e il prefetto per l'Evangelizzazione, Rino Fisichella, che è stato l'organizzatore del Giubileo, che ha ringraziato per il suo impegno. In rappresentanza di “tutto il popolo di Dio” hanno poi ricevuto il documento dalle mani del Papa: il cardinale Luis Antonio Tagle, arcivescovo di Manila, una tra le piu' grandi metropoli del mondo; monsignor Leo William Cushley, arcivescovo di Saint Andrews ed Edimburgo; due sacerdoti missionari della misericordia provenienti rispettivamente dalla Repubblica Democratica del Congo e dal Brasile; un diacono permanente della diocesi di Roma insieme alla sua famiglia; due suore, provenienti rispettivamente dal Messico e dalla Corea del Sud; una famiglia composta da genitori, figli e nonni originari degli Stati Uniti d'America; una coppia di giovani fidanzati; due mamme catechiste di una parrocchia di Roma; una persona con disabilita' e una persona malata.
“Il Giubileo della misericordia, che oggi si conclude, - ha twittato Francesco - continui a portare frutti nei cuori e nelle opere dei credenti. Chiudiamo oggi la porta santa, ringraziando Dio per averci concesso questo tempo straordinario di grazia”.
Infine un ringraziamento all'Italia, presente ufficialmente in piazza con il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il premier Matteo Renzi, e il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni: “Al termine di questa Celebrazione, innalziamo a Dio la lode e il ringraziamento per il dono che l'Anno Santo della Misericordia e' stato per la Chiesa e per tante persone di buona volonta'. Saluto con deferenza il Presidente della Repubblica Italiana e le Delegazioni ufficiali presenti. Esprimo viva riconoscenza ai responsabili del Governo italiano e alle altre Istituzioni per la collaborazione e l'impegno profuso”.

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