Nei Paesi dove ci sono molte banche bisogna promuovere le fusioni e dai segnali che ci sono in Italia «ci si sta muovendo nella giusta direzione». Cosi Danielle Nouy, presidente del Consiglio di Vigilanza della Bce nel corso dell'intervento all'Università di Roma La Sapienza. In questa fase difficile le banche devono essere molto caute, aggiunge Nouy, e rivedere i loro modelli di business.
Importante che Basilea3 non aumenti requisiti
In vista del completamento delle riforme di Basilea3 entro la fine dell'anno «è importante che non ci siano aumenti significativi dei requisiti di capitale». Nouy nelle slide preparate per l'incontro romano fa l'elenco dei temi al centro del dibattito nel comitato tecnico del G20 e aggiunge che le soluzioni dovranno tenere conto delle differenti giurisdizioni. Inoltre va ristabilita la fiducia nei modelli di valutazione dei requisiti di capitale basati sui rischi. L'affermazione di Nouy sul fatto che Basilea3 debba evitare un significativo aumento dei requisiti patrimoniali è in linea con quanto dichiarato dalla Banca d'Italia che intende fare sentire la sua voce all'interno del Comitato di Basilea.
Discrezionalità nazionali un problema
La frammentazione delle regole sulle banche in Europa derivano da 45 discrezionalità nazionali sulle quali la Vigilanza della Bce «non può farci nulla» perché sono state introdotte da leggi dei singoli stati membri. Per Nouy «altre 122 discrezionalità nazionali sono state armonizzate grazie al lavoro del Ssm, la vigilanza unica dell'Eurozona ma quelle che restano sono un problema. Perché un sistema di regole frammentato crea costi». Nouy ha poi anticipato che è allo studio una semplificazione del processo decisionale nella Vigilanza di Francoforte per evitare che il Supervisory Board e il Consiglio della Bce siano ingolfati dalle decisioni di routine. «C'e' un modo migliore per utilizzare il tempo e il cervello dei supervisori».
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