I bonus fiscali per la casa restano fermi un giro. Tra tante modifiche portate al disegno di legge di Bilancio, c’è un punto che la commissione non ha avuto tempo di toccare: si tratta dell’articolo 2 che, per l’appunto, contiene tutto il capitolo dedicato agli sconti per l’edilizia. Se ne riparlerà al Senato, partendo dagli emendamenti presentati in questi giorni.
Tra le proposte depositate in commissione, infatti, spicca quella firmata dal relatore, Mauro Guerra che andava a rivedere l’ecobonus e il sismabonus, estendendolo agli incapienti e ampliando il perimetro della cessione del credito di imposta dai soli fornitori alle banche. In questo modo, il raggio d’azione delle detrazioni dovrebbe essere decisamente potenziato, rendendo più semplice anticipare la liquidità a chi non ha denaro per pagare gli interventi. Queste, però, non sono le uniche proposte che Palazzo Madama potrebbe recuperare. Sul tema degli ecobonus, infatti, si era concentrata molto la commissione Ambiente della Camera, presieduta da Ermete Realacci, mettendo insieme almeno quattro proposte che sembravano sul punto di essere approvate dalla commissione Bilancio.
La prima prevedeva l’allargamento della detrazione del 65% in cinque anni alle spese effettuate per la classificazione sismica di prime e seconde case e delle attività produttive, ricadenti nelle zone sismiche 1, 2, e 3. Questo perché, con le regole attuali, chi effettua una verifica dello stato del proprio immobile, senza fare anche i lavori, non accede a sconti. Un’altra proposta estendeva fino al 31 dicembre 2018 lo sconto anche agli interventi di bonifica dell’amianto effettuati contestualmente al miglioramento dell’efficienza energetica. Ancora, un emendamento allargava le ipotesi di cessione del credito. E, infine, venivano incluse tra le operazioni di ristrutturazione edilizia con diritto alla detrazione del 50% anche la sistemazione a verde di aree scoperte di pertinenza degli immobili.
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