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Storchi: è un investimento sulle persone

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Storchi: è un investimento sulle persone

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Fabio Storchi
Fabio Storchi

«È un primo e importantissimo passo verso un vero e proprio rinnovamento culturale e lo abbiamo fatto insieme al sindacato»: il presidente di Federmeccanica, Fabio Storchi, sottolinea di aver «sempre pensato ad un contratto che riconoscesse garanzie salariali di base ai lavoratori e che rendesse il welfare centrale, passando da un concetto di puro costo a quello di investimento sulla persona attraverso la formazione. Questo schema è l’ossatura del nuovo contratto».

La settimana prossima l’ipotesi contrattuale sarà sottoposta al consiglio generale di Federmeccanica, mentre i sindacati dopo aver riunito gli organismi decisionali, svolgeranno i referendum trai lavoratori tra il 19 e il 21 dicembre. All’avvio della trattativa, l’esito unitario non appariva affatto scontato, con le due distinte piattaforme presentate la scorsa estate da Fim-Uilm e dalla Fiom (che non aveva firmato il contratto precedente). La strada appariva tutta in salita lo scorso 22 dicembre, quando Federmeccanica presentò la proposta di “rinnovamento contrattuale”, ma decisivo per lo sblocco della trattativa è stata la nuova proposta portata dalle imprese al tavolo lo scorso 28 settembre, incentrata sul welfare contrattuale, che riconosceva gli aumenti salariali per tutti i lavoratori legati all’andamento dell’inflazione, calcolati ex post. Soddisfatto anche il direttore generale di Federmeccanica, Stefano Franchi, che in questi mesi ha sempre sostenuto la tesi che «nella proposta contrattuale tutto si tiene», per il presidente di Assistal, Angelo Carlini, «il contratto ci consente di massimizzare i benefici per i lavoratori a costi sostenibili per le imprese grazie all’utilizzo di strumenti innovativi come il welfare». Dal governo il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, sottolinea il «bel segnale per l’industria manifatturiera che rappresenta un asse di sviluppo centrale per il futuro del nostro paese».

I sindacati dei metalmeccanici recuperano l’unità, dopo anni di profonde divisioni. «È un’ottima notizia che dimostra che le regole che ci siamo dati funzionano e che l’unità di intenti tra i sindacati porta risultati ai lavoratori», commenta la leader Cgil, Susanna Camusso. Per la numero uno della Cisl, Annamaria Furlan, l’accordo «garantisce i giusti aumenti salariali a più di un milione di lavoratori con il pieno recupero dell’inflazione e importanti innovazioni sul piano delle relazioni industriali, del welfare contrattuale». Guarda all’appuntamento del 7 dicembre con Confindustria, il leader della Uil Carmelo Barbagallo, per dire che «anche il tempo della riforma delle relazioni industriali e del nuovo sistema contrattuale è maturo».

Tra le reazioni sul fronte politico, Maurizio Sacconi (Ap)commenta: «hanno vinto tutti gli innovatori nella rappresentanza degli imprenditori e dei lavoratori. Non un banale rinnovo ma un contratto nuovo. Welfare integrativo e diritto di apprendimento per tutti quali postmoderne tutele effettive per la sicurezza dei lavoratori». Cesare Damiano (Pd) ricorda: «era dal 2008 che, allora con la mediazione del Governo Prodi, non si firmava un contratto unitario: si apre una stagione nuova». A differenza del 2008, questa volta sono state le parti a raggiungere autonomamente un’intesa unitaria.

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