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Mattarella si racconta: «Io arbitro, con persuasione e…

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al quirinale con gli studenti

Mattarella si racconta: «Io arbitro, con persuasione e suggerimenti»

Il presidente della Repubblica è un arbitro il cui lavoro si svolge spesso tramite la persuasione. Lo ha detto Sergio Mattarella, incontrando al Quirinale gli studenti di alcune scuole secondarie di primo grado. «C'è un’affermazione frequente: il Presidente della Repubblica sarebbe come un arbitro» ha detto il Capo dello Stato ai ragazzi che gli chiedevano in cosa consista il suo lavoro. «Voi avete presente le partite di calcio: quando il gioco si svolge regolarmente, senza falli e senza irregolarità, l'arbitro neppure si nota, quasi non ci si accorge che sia in campo, interviene soltanto per regolare quando le cose non vanno. Questo è un po' il mio compito - ha spiegato ancora Mattarella -, questo avviene spesso con due attività: esortazione e suggerimenti, cioé attraverso la persuasione». «Quindi - ha concluso - è un lavoro che in larga parte non si vede perché non si fa con i proclami. La persuasione è più efficace se non viene proclamata in pubblico».

Mattarella: ho un sogno,che Italia sia vera comunità
«Il mio sogno - ha spiegato ancora Mattaralla - in questo momento è che il Paese cresca sempre di più, sia capace di vivere sentendosi in una vera comunità, sentendo tutti quanti che la nostra sorte è legata gli uni agli altri. Se il nostro Paese acquista sempre di più il senso di essere comunità, in cui ci si fa carico gli uni dei problemi degli altri e ci si aiuta a vicenda, diventa sempre di più un Paese felice, molto più prospero e molto più rispettato». Quanto al suo compito, il capo dello Stato ha aggiunto che consiste nel verificare che le leggi decise da governo e Parlamento «non siano contrastanti con la Costituzione». Però l’azione del presidente della Repubblica ha un respiro più ampio. «Il mio lavoro - ha rimarcato - è quello di seguire tutto il processo perché il 'sistema Italia” si svolga in maniera sempre migliore, in maniera funzionale, efficiente»

Lo scenario dopo il referendum
Da lunedì 5 dicembre, chiuse le urne del referendum, si potrebbe aprire una fase delicata della politica italiana, che, a seconda del risultato della consultazione sulle riforme, potrebbe avere diversi sbocchi. Nelle previsioni di scenario si va dalla conferma del governo di Matteo Renzi alla crisi di governo. Decisivo sarà il ruolo del capo dello Stato. Sullo sfondo la decisione della Consulta sull’Italicum , attesa a gennaio. In caso di sconfitta alle urne, Renzi non sembra intenzionato ad accettare un reincarico, strada che il Capo dello Stato da parte sua percorrerebbe dal momento che una maggioranza in Parlamento c'è, e non cambierà quale che sia l'esito del voto referendario. In caso di vittoria del No la linea resta per ora quella indicata dal vicesegretario Lorenzo Guerini nei giorni scorsi: favorire come Pd la nascita di un governo politico (la soluzione migliore, anche per tranquillizare mercati ed Europa, è quella di un governo Padoan) che sistemi la legge elettorale per tornare alle urne il prima possibile.

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