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    Dossier | N. 9 articoliRapporto Private Banking

    Investire nel vino e diventare azionisti

    Sandro Boscaini
    Sandro Boscaini

    Diventare idealmente titolare di «un pezzo di cantina» di alta qualità e di un brand di primario livello internazionale.

    Non solo. Essere i rappresentanti di un’eccellenza del made in Italy (tra i prodotti della casa c’è il famoso Amarone)e, non ultimo, avere l’opportunitàdi «vivere» un investimento azionario anche sotto il profilo esperienziale.

    È quanto promette il Masi Investor Club, un’iniziativa lanciata da Masi Agricola, società approdata sul listino Aim Italia nel 2005 e riservata a chi possiede almeno 1.000 azioni del titolo.

    Questi investitori avranno una porta di accesso privilegiata per conoscere da vicino il mondo del vino: dal momento della raccolta dell’uva all’assaggio del prodotto finale; dalla possibilità di visitare i territori vocati alla produzione di certe uve, all’entrare in contatto con le molteplici forme della grande cultura del vino.

    Certo, c’è chi potrebbe pensare che per entrare a far parte del mondo del vino basti comprare vigneti o cantine, ma nella realtà non è così semplice: ci vuole grande professionalità, grande passione, grande impegno e anche grandi capitali. Con Masi Investor Club l’investitore ha la possibilità di farne parte e non soltanto in veste di spettatore, ma di partecipare a un progetto senza dover rischiare oppure incorrere in problematiche come quelle che, molti soggetti non professionali, hanno avuto.

    Si tratta di un progetto interessante e innovativo perché effettivamente può rappresentare un’idea di diversificazione finanziaria del portafoglio destinata sia a soggetti di alto standing, sia a un target di clientela con portafogli finanziari medio-alti, entrambi alla ricerca di un’alternativa alle asset class tradizionali che presta particolare attenzione agli asset tangibili.

    E non c’è dubbio che il vino ormai da qualche anno sia diventato una classe d’investimento consolidata: accanto ai fondi di investimento specializzati in fine wines, tra le Spac più riuscite c’è quella di Italian Wine Brand con la quale il vino è approdato in Borsa nel 2014.

    «Tra i destinatari ideali di questo processo ci devono essere però individui che, anche se non hanno portafogli importanti - ricorda Sandro Boscaini, presidente di Masi Agricola -, siano sicuramente degli amatori del vino. E qui entrano in gioco gli investimenti che si fanno per passione perché il nostro prodotto di punta, l’Amorone, nasce dalla passione profonda, uno di quei vini che fanno parte di un’artigianalità e produzione che hanno bisogno di tempi lunghi anche per prepararsi».

    Va da sè, quindi, che il target ideale è quello di un investitore che, oltre ad amare il vino, ha anche un orizzonte di lungo periodo.

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