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In Italia pressione fiscale al 43,3% del Pil

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In Italia pressione fiscale al 43,3% del Pil

  • –Marco Moussanet

parigi

L’Italia è scesa di una posizione, ma rimane comunque saldamente nel gruppo dei Paesi con la pressione fiscale più elevata. È quanto emerge dal rapporto dell’Ocse sul 2015, che vede il nostro Paese in sesta posizione (la stessa della Svezia) con una tassazione complessiva pari al 43,3% del Pil, alle spalle di Danimarca (al 46,6%), Francia (45,5%), Belgio (44,8%), Finlandia (44%) e Austria (43,5%). Nel 2014 eravamo quinti, davanti all’Austria. Lo scenario rimane quindi più o meno inalterato.

Ma la buona notizia è che abbiamo perso una posizione perché in Italia la pressione fiscale è leggermente scesa (rispetto al 43,7% del 2014 e a maggior ragione al picco del 44% del 2013). Mentre la media dei Paesi Ocse registra un leggero aumento, dal 34,2% al 34,3%, il livello più alto dal 1965, quando l’Ocse ha iniziato a realizzare queste statistiche comparate. Un risultato, quello italiano, che ci consente di far parte della ristretta lista di Paesi che l’anno scorso hanno registrato una riduzione della pressione fiscale: sono stati solo 7, mentre 25 l’hanno aumentata.Tra questi ultimi ci sono gli Stati Uniti, dove il livello complessivo di tassazione è salito dal 25,9 al 26,4% del Pil (non lontani ormai dal livello pre-crisi e cioè dal 26,7% del 2007). Anche se gli Usa rimangono saldamente in coda alla lista dei Paesi con la maggiore pressione fiscale. Sono infatti quintultimi, seguiti solo da Corea, Irlanda, Cile e Messico.

Dal punto di vista della composizione, il prelievo italiano è imputabile per il 53,4% allo Stato, per il 16,5% alle imposte locali e per il 29,8% al finanziamento del sistema di welfare. Al netto di quest’ultimo, la pressione sarebbe del 30,7% (con l’Italia comunque al sesto posto).

I dati relativi al 2014 evidenziano che le imposte sui consumi continuano a salire, con una media Ocse del 20,1% sulle entrate fiscali totali (l’Italia è al 13,8%), così come il prelievo sulle persone fisiche (al 24% del totale, con l’Italia al 25,9%), che ha ritrovato il livello pre-crisi (23,7%). Mentre le entrate da tassazione sugli utili delle società (8,8% del totale nell’Ocse, con l’Italia al 5%) rimangono ancora lontane da quelle del 2007 (11,2% del totale).

Quanto all’Iva, il tasso normale medio ha raggiunto l’anno scorso nell’Ocse una media record del 19,2%, con i 22 Paesi dell’Unione europea che registrano una media del 21,7%. L’Italia è leggermente al di sopra della media, con il suo 22 per cento.

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