L’euro scivola a quota 1,05 sul dollaro all’annuncio delle dimissioni di Matteo Renzi, alle 00:25 l’annuncio da Palazzo Chigi, a seguito della sconfitta nel refedendum costituzionale. Nei minuti successivi la moneta unica europea ha rimbalzato in modo evidente. La vittoria del “No” al referendum costituzionale, dunque, con risultato netto nell'orbita, del 60% delle preferenze, sta spingendo gli investitori a riposizionarsi su uno scenario di incertezza, tipico delle fasi di avversione al rischio. In attesa di conoscere il nuovo governo che guiderà l'Italia si sono visti forti movimenti sul mercato delle valute: l'euro è sceso da 1,066 a 1,06 con un calo dello 0,8% alla diffusione dei primi exit poll; successivamente fino a 1,05, perdendo oltre l’1,2% nei confronti del dollaro. Nel corso della notte tuttavia la moneta unica ha recuperato terreno e si è posizionata intorno a quota 1,056 (qui il cambio aggiornato contro il dollaro).

Dopo le dimissioni di Renzi però la divisa unica ha recuperato in parte il terreno risalendo fino a quota 1,055. La moneta unica europea si colloca quindi ai minimi da venti mesi, sotto il livello toccato in occasione della Brexit. Forti acquisti anche sullo yen nei confronti del dollaro. La valuta nipponica, considerata un bene rifugio nelle fasi congiunturali di instabilità finanziaria, avanza fino a quota 119,50 nei confronti della moneta unica, da valori di 120,20 di venerdì scorso, per poi stabilizzarsi intorno a quota 120. Acquisti anche sull'oro (+0,7%), altro bene rifugio per eccellenza.

I contratti futures sull'apertura delle Borse indicano un ribasso per Piazza Affari nell'ordine del 4,1% e della Borsa di Francoforte dell'1,2%. La preoccupazioni degli investitori internazionali è relativa all’instabilità politica in Italia dopo uno stop al processo di riforme portato avanti dal premier dimissionario. Secondo alcuni analisti tecnici la discesa della moneta unica europea a quota 1,05 potrebbe aprire a un ribasso fino a 1,025 e da lì verso la parità nei confronto del biglietto verde.

La flessione dell’euro, sottolineano molti osservatori, non ha proporzioni eccessivamente rilevanti, anche perchè da giorni i mercati scontato la debolezza del sistema europeo, in concomitanza del referendum italiano. Alcuni tuttavia hanno una visione più cupa sui destini dell’euro: «È necessario domandarsi se l’euro è in grado di sopravvivere a ciò che sta accadendo in Europa» si chiede Gregory McGreevey, Ceo di Invesco Fixed Income, uno dei principali operatori sul mercato obbligazionario. «Siamo andati corti (abbiamo investito puntando al ribasso, n.d.r) sull’euro per un po’ di tempo». Complessivamente le prime reazioni il sentiment di trader e gestori è quella di un “risk off”, ossia di una vendita cospicua di tutti gli asset considerati a rischio, con il riposizionamento sugli strumenti considerati più sicuri.

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