Economia

La cooperazione agroalimentare cresce, ma viaggia a due velocità

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Rapporto nomisma

La cooperazione agroalimentare cresce, ma viaggia a due velocità

La cooperazione agroalimentare cresce, rafforza la dimensione delle imprese e rilancia sui mercati esteri, ma continua a viaggiare a due velocità. A trainare lo sviluppo sono le grandi coop che operano soprattutto nelle regioni del Nord Italia. È la fotografia scattata dall'Osservatorio della cooperazione agricola italiana realizzato da Nomisma sulla base dei dati di bilancio raccolti dalle coop rappresentate da Agci-Agrital, Fedagri-Confcooperative, Legacoop Agroalimentare e Unicoop.

Dalle 4.722 cooperative associate fatturato di 34,8 miliardi
Sono 4.722 le cooperative associate che realizzano un fatturato di 34,8 miliardi, l'83% del sistema cooperativo agroalimentare nel suo complesso con una dimensione media di 7,4 milioni . I numeri rilevati evidenziano un calo del fatturato tra il 2013 e il 2015 del 3,6%, una flessione delle adesione, ma una crescita dello 0,4% dell'occupazione. E il dato dell'occupazione dovrebbe migliorare ancora nel 2016 con un incremento più marcato.


Forte squilibrio territoriale
Ma il settore sconta un forte squilibrio territoriale. Il 31% delle coop che operano nel Nord Italia e in particolare in Emilia Romagna, Veneto, Trentino Alto Adige e Lombardia, rappresentano un giro d'affari di 26,7 miliardi pari al 77% del totale. Il rapporto evidenzia anche un consolidamento delle dimensioni medie delle imprese, frutto di un costante processo di aggregazioni e fusioni.

Coop più grandi grazie alle fusioni
Ma anche su questo fronte è il Nord a tirare la volata, con una dimensione media di 13,2 milioni a fronte della media di 7,4 milioni. Il Sud si ferma a 3,5 milioni e ancora più ridotta quella del Mezzogiorno che si attesta su 2 milioni. Il fatturato medio è passato nel periodo esaminato (2013-2015) da 7,2 a 7,4 milioni con un numero medio degli addetti da 18,3 a 19. È invece il Sud che raggiunge il livello più elevato di mutualità e cioè di legame con il territorio e i soci: 92% a fronte dell'83% del Nord e del 69% del Centro. Il forte legame con i soci è confermato dal valore dei conferimenti che , secondo i numeri di Nomisma, valgono 14,2 miliardi.


Tra le “Top 50” del settore alimentare spiccano 7 cooperative
La ricchezza prodotta dalle imprese cooperative rappresenta un quarto del fatturato dell'industria alimentare (132 miliardi). E nella Top 50 delle imprese alimentari per fatturato si collocano sette cooperative che operano nei settori carni, lattiero-caseario, ortofrutta e conserve vegetali, vino con un giro d'affari di 8 miliardi. Nonostante la crisi di alcuni settori, dal latte alle carni, il sistema cooperativo ha tenuto e se il fatturato si è leggermente contratto, il valore aggiunto è aumentato, così come gli occupati e le retribuzioni. Con le migliori performance delle imprese da 2 a 40 milioni di fatturato , che hanno messo a segno incrementi dal 3 al 6 per cento. In terreno negativo invece, per quanto riguarda tutti gli indicatori, le micro imprese sotto i due milioni di fatturato.

L'export ha raggiunto quota 6,6 miliardi
L'export rappresenta un forte traino delle principali filiere: nel 2016 ha raggiunto quota 6,6 miliardi, il 18% del valore complessivo dell'agroalimentare italiano. E le cooperative hanno così gradualmente recuperato i ritardi rispetto alle imprese di capitali. Ma ad affacciarsi all'estero – spiega il rapporto Nomisma - sono le cosiddette coop avanzate che operano nei settori del vino, dell'ortofrutta e del lattiero-caseario.

Mercuri(Fedagri) un sistema vitale e che ha retto alla crisi
«Dall'analisi del rapporto – ha spiegato il presidente di Fedagri-Confcooperative, Giorgio Mercuri – emerge la vitalità della realtà produttiva della cooperazione che costituisce il 32% della plv agricola nazionale e il 23% del fatturato alimentare. Tuttavia i dati evidenziano ancora problemi irrisolti che le coop devono affrontare per superare lo squilibrio tra Nord e Sud».

Il vice ministro Olivero: forte azione di contrasto alle false coop
Per il vice ministro delle Politiche agricole, Andrea Olivero, grazie alla capacità di fare rete e di trovare così soluzioni adeguate alle crisi di alcuni settori, a cominciare dal latte, il sistema ha tenuto. Olivero ha anche ricordato la forte azione di contrasto alle false coop che speculano su forme giuridiche improprie. Per il vice ministro è importante sostenere la propensione all'export investendo sui nuovi mercati e la grande sfida- ha detto – è rappresentata dai paesi asiatici.

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