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Migranti, Italia in regola sulle impronte

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Migranti, Italia in regola sulle impronte

  • –Beda Romano

bruxelles

La Commissione europea si è voluta ieri rassicurante sul progressivo ritorno alla normalità nella gestione dell’immigrazione in Europa. L’esecutivo comunitario ha innanzitutto salutato i (piccoli) miglioramenti sul versante del ricollocamento dei profughi; ha poi deciso che da marzo in poi i migranti arrivati al Nord passando dalla Grecia verranno rimandati nel paese mediterraneo; e infine ha archiviato una procedura di infrazione ai danni dell’Italia.

Un anno fa, la Commissione europea aveva accusato il governo italiano di non applicare correttamente le regole sulla raccolta delle impronte digitali dei migranti sbarcati sulle coste italiane. In particolare, Bruxelles aveva considerato ai tempi che l’Italia violava il regolamento relativo alla banca dati Eurodac, nella quale vengono inserite le impronte digitali delle persone richiedenti asilo in Europa. Una lettera di messa in mora era stata mandata anche al governo greco. «Alla luce del significativo miglioramento nella raccolta di impronte digitali dall’inizio del 2016 in poi, la Commissione è soddisfatta del modo in cui l’Italia e la Grecia applicano le regole di Eurodac», si legge in un comunicato. La decisione giunge dopo che la questione delle impronte digitali aveva creato non poche tensioni tra i Ventotto. Molti paesi hanno considerato che Roma e Atene violavano le regole in modo da consentire surrettiziamente ai migranti di trasferirsi verso Nord.

«Voglio essere chiaro – ha detto in conferenza stampa qui a Bruxelles il commissario all’Immigrazione Dimitri Avramopoulos –. Prima di tutto la decisione non sarà retroattiva. In secondo luogo, non tutti i migranti verranno rimandati in Grecia (…) Tra gli altri non verranno rinviati nel paese le persone più vulnerabili e i minori non accompagnati». La decisione vuole essere un ritorno all’applicazione del Principio di Dublino, secondo il quale la responsabilità dell’asilo spetta al paese di primo sbarco. La regola è stata sospesa in questi ultimi anni, un po’ perché decisioni di giustizia stabilivano che la Grecia non era capace di accogliere rifugiati nel modo corretto; un po’ per scelta di alcuni paesi come la Germania di accogliere i migranti in cammino verso Nord.

La decisione di Bruxelles giunge mentre Consiglio e Parlamento stanno discutendo una controversa riforma del Principio di Dublino, che prevede nei casi di emergenza forme di ricollocamento dei rifugiati (si veda Il Sole 24 Ore del 18 novembre).

In un comunicato, l’organizzazione non governativa Amnesty International ha criticato ieri la scelta della Commissione, sottolineando come invece le istituzioni comunitarie dovrebbero fare di più per imporre il ricollocamento in tutta Europa delle persone arrivate in Grecia e in Italia, Nella sua conferenza stampa, il commissario Avramopoulos si è detto «più ottimista che in passato» su questo fronte, notando una accelerazione nelle ultime settimane.

Le ultime cifre parlano di oltre 8.000 persone ricollocate dall’Italia e dalla Grecia, su un totale previsto di 160mila nel biennio 2015-2017. L’accelerazione vi è stata, ma i risultati restano limitati. Ciononostante, la Commissione ancora ieri ha spiegato di non avere l’intenzione di aprire procedure di infrazione contro i paesi riottosi nell’applicare la regole, in particolare quelli dell’Est, mentre Consiglio e Parlamento stanno discutendo una difficile riforma del Principio di Dublino.

Uno dei motivi per cui i numeri sul ricollocamento dall’Italia sono bassi (si veda la tabella) è anche perché solo alcune nazionalità sono prese in considerazione. A una specifica domanda se la Commissione fosse pronta a modificare i criteri, il commissario Avramopoulos ha risposto che Bruxelles non intende modificare la lista delle nazionalità ammesse al ricollocamento, notando che «molti dei migranti che arrivano in Italia dal Mediterraneo centrale, (…) l’80%, sono irregolari», e non profughi.

Infine, proprio ieri Consiglio e Parlamento hanno trovato un accordo politico per concedere la liberalizzazione dei visti ai cittadini di Georgia e Ucraina. Il meccanismo prevede la sospensione del libero accesso nell’Unione quando vi è un aumento sospetto degli arrivi. Ciò sarà possibile su richiesta della Commissione e di una maggioranza dei Ventotto. Il meccanismo dovrebbe essere utilizzato anche per i cittadini turchi quando questi beneficeranno d ella liberalizzazione dei visti.

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