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Agevolazioni e popolari nel decreto in arrivo

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Banche

Agevolazioni e popolari nel decreto in arrivo

Corbis
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Non c’è solo il Montepaschi e il Decreto sulle banche, atteso per i prossimi giorni come primo atto del nuovo Governo (sempre che non si ritenga opportuno anticipare, nel qual caso toccherebbe all’esecutivo uscente) coglie l'occasione per trovare una via d’uscita complessiva per i casi aperti.

Servirà anche per sanare alcune debolezze dei regolamenti attuativi di Bankitalia che sono state sospese dal Consiglio di Stato e che sono state segnalate poi per una valutazione della Corte Costituzionale.

L’idea su cui hanno lavorato i tecnici del Tesoro è di rafforzare ogni anello della catena con l’immissione di nuovo denaro pubblico in misura inversamente proporzionale al reperimento di risorse private aggiuntive prendendo atto che gli istituti di credito italiani non in difficoltà hanno già dato sostegno al Fondo Interbancario (attraverso un Fondo di risoluzione) per la sistemazione temporanea di alcune banche locali in crisi.

Con l’obiettivo di aiutare il sistema e i privati coinvolti (nel fondo privato Atlante sono confluite anche fondazioni, assicurazioni e Cdp)il Decreto messo a punto in questi giorni parte da Montepaschi per ampliarsi alla quattro banche risolte nel novembre del 2015, alle casse di Cesena e Rimini permettendo ad Atlante di concentrare i suoi sforzi sulle due banche controllate Veneto Banca e Popolare di Vicenza, destinare ad aggregarsi rapidamente in una sola banca veneta.

Quali saranno gli strumenti? Una strada, che va ad aggiungersi agli interventi diretti a garanzia degli aumenti di capitale, è l’estensione del Dta (deferred tax asset, più semplicemente imposte anticipate)che si trasformano automaticamente in crediti di imposta in caso di perdite di bilancio o fiscali.

Il meccanismo era stato introdotto nel 2010 e potenziato con il decreto salva-Italia di Monti a fine 2011 voleva assicurare, attraverso questa trasformazione,una patrimonializzazione sufficiente a scongiurare, in presenza di perdite, eventuali ricapitalizzazioni.

Un primo tentativo di utilizzo ”strategico” dell’agevolazione fiscale ha dovuto passare al vagliuo della Ue che tiene d’occhio forme di aiuti di Stato. Le banche italiane sostengono che sarebbe necessario ampliare invece dell’utilizzo delle Dta trasformate in crediti di imposta proprio per favorire riassetti e aggregazioni.

Nela panorama bancario si è conclusa la lunga marcia di autoriforma delle Bcc e si stanno chiudendo i mesi utili per la trasformazione in Spa delle banche popolari con un attivo superiore agli otto miliardi.

Ma il Decreto è chiamato a intervenire proprio sulle banche cooperative per sanare l’incertezza sul percorso di trasformazione societaria. Come è noto il Consiglio di Stato ha sospeso, rinviando il tema alla Consulta, parte del regolamento di Bankitalia, attuativo della di riforma delle popolari. Due istituti (Popolare di Bari e Popolare di Sondrio hanno per il momento mantenuto l’appuntamento assembleare con i soci (rispettivamente il 27 e il 17 dicembre) e hanno chiesto di sapere se e come le assemblee straordinarie debbano tenersi ugualmente. L’associazione di categoria, Assopopolari, ha chiesto il rinvio per permettere un chiarimento ai consigli e ai soci.

Restano dubbi - ripresi anche dal Consiglio di Stato - sul diritto delle banche di limitare e annullare il pagamento del diritto di recesso ai soci che non hanno approvato la trasformazione in Spa. Il Decreto - secondo le ultime indicazioni - si concentrerà sulla proroga della scadenza del 27 dicembre entro la quale la trasformazione dovrebbe essere conclusa.

Lo slittamento previsto è di alcuni mesi, almeno fino a tutto aprile.

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