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Il Papa confessa: «La Corte pontificia deve cambiare»

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il docufilm

Il Papa confessa: «La Corte pontificia deve cambiare»

«La Corte pontificia mantiene una tradizione un po' atavica, non lo dico in senso negativo, ma questo deve cambiare». Lo dice il Papa nel docufilm “Papa Francesco: come Dio comanda” che andrà in onda domenica sera su Sky Atlantic e prodotto da 42/o Parallelo, che l’Ansa ha visionato. Il Papa parla dei «problemi morali gravi e di temi legati alle una questioni finanziarie, agli scandali morali»; «bisogna sanare queste cose con la conversione a partire dal Papa che è il primo a doversi convertire». Papa Francesco tra un settimana compirà 80 anni, data-simbolo per la Chiesa, quando un vescovo o cardinale lascia ogni incarico residuo. Naturalmente non per il Papa.

Francesco poi affronta altri argomenti, che riguardano la sua vita quotidiana di Pontefice: «Quando viene un Capo di Stato io devo riceverlo con la dignità del protocollo che si merita. È vero che col protocollo ho mille problemi, però devo rispettarlo. Sai la differenza tra il terrorismo e il protocollo? Che con il terrorismo si può negoziare». La giornata di sabato ha visto Bergoglio affrontare molti impegni pubblici, tra cui l'udienza dell’Associazione Rurale Cattolica Internazionale. Nel suo discorso ha detto che bisogna sostenere l’agricoltura, e dire basta con «ingiusti metodi speculativi. Viviamo il paradosso di un'agricoltura non più considerata settore primario dell'economia, ma che mantiene una evidente rilevanza nelle politiche di sviluppo, negli squilibri della sicurezza alimentare come pure nella vita delle comunità rurali».

E ancora: «In alcune aree geografiche, infatti, lo sviluppo agricolo resta la principale risposta possibile alla povertà e alla scarsità di cibo. Questo però significa rimediare alla carenza degli apparati istituzionali, all'iniqua acquisizione di terre la cui produzione - denuncia il Pontefice - è sottratta ai legittimi beneficiari, ad ingiusti metodi speculativi o alla mancanza di politiche specifiche, nazionali e internazionali».

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