Italia

Dal Tesoro la «dote» alla Raggi

  • Abbonati
  • Accedi
(none)

Dal Tesoro la «dote» alla Raggi

  • –Manuela Perrone

ROMA

La boccata di ossigeno attesa da parte del governo è arrivata proprio a ridosso delle dimissioni di Renzi: con una nota protocollata il 7 dicembre il Mef ha comunicato alla giunta romana di Virginia Raggi che la gestione commissariale sul piano di rientro dal debito, guidata da Silvia Scozzese, ha concesso al comune 137 milioni di spazi di finanza pubblica non utilizzati nel 2016. Spazi riconosciuti ogni anno, ma “ceduti” con il visto del dicastero di Padoan soltanto ora, quando l’assemblea capitolina da martedì si appresta alla maratona per approvare lo schema di bilancio previsionale 2017-2019. Un gesto distensivo, in piena crisi di governo, che fa il paio con le parole di apprezzamento per il lavoro sul piano di riequilibrio avviato con il ministro dell’Economia arrivate qualche giorno fa dall’assessore capitolino al Bilancio Andrea Mazzillo: «Penso sia molto positivo. Abbiamo avuto sempre risposte estremamente aperte».

L’intenzione della giunta è chiudere sul bilancio entro il 23 dicembre, in anticipo rispetto alla scadenza di legge. «Se così fosse - ha scritto ieri Raggi sul sito del comune - sarebbe un risultato straordinario. Dopo moltissimi anni Roma potrebbe avere un vero bilancio di previsione». La richiesta degli spazi di finanza era stata avanzata subito dall’ex super assessore Minenna e poi rinnovata da Mazzillo nella prima riunione con Scozzese, il 10 ottobre. Obiettivo: usarli per coprire parte dei 215 milioni di debiti fuori bilancio. Partendo dai 40 milioni passati in giudicato e procedendo con quelli più vecchi e ingenti.

Domani la commissione capitolina competente varerà il parere sul pacchetto bilancio (la delibera madre e sei propedeutiche) per passare la parola all’Aula. L’assessore spiegherà come ci si sia trovati a redigere un bilancio gravato da molti vincoli (l’autorizzatorio di Tronca) e dal pesante taglio da 41 milioni dei trasferimenti statali e regionali, a quota 950 milioni. L’impronta pentastellata? L’attenzione ai municipi e ai servizi sociali, cui andranno 28 milioni in più rispetto alla previsione autorizzata da Tronca. E la delibera sul “tariffone” che lascia invariate tutte le tariffe a domanda individuale per i servizi pubblici. Queste le altre cifre sul piatto per il 2017, normalizzate, ovvero depurate dai 90 milioni di fondi per referendum e Giubileo: entrate correnti per 4,353 miliardi, con nessuna nuova tassa e un taglio della Tari intorno all’1,6%, spese correnti per 4,557 miliardi (di cui 903 milioni per i trasporti, 876 per i rifiuti e 830 per la macchina amministrativa). I maggiori risparmi sono previsti proprio sulla macchina. Capitolo a sé le partecipate, da Atac ad Ama, nei cui conti era stato stimato un buco da un miliardo. In settimana l’assessore Massimo Colomban illustrerà gli interventi all’orizzonte. Nota dolente sono ancora gli investimenti: appena 792 milioni nel triennio (488 nel 2017), 481 nuovi. Il grosso sarà destinato alla linea C della metro. L’amministrazione lavora comunque al Patto per Roma, sulla scia di quello per Milano e Napoli. L’ambizione è ottenere mezzo miliardo. Ma molto dipenderà anche dai rapporti tra il M5S e il nuovo governo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA