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Gentiloni premier incaricato: ora legge elettorale

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mattarella conferisce l’incarico

Gentiloni premier incaricato: ora legge elettorale

Quasi un’ora di colloquio tra Sergio Mattarella e Paolo Gentiloni è servito per affidare l’incarico e definire quel breve intervento del premier davanti alle telecamere per chiarire la sua missione. E con l’obiettivo minimo indispensabile di fare la legge elettorale. Conterà anche la personalità di Gentiloni che il capo dello Stato apprezza particolarmente proprio per quell’inclinazione alla mediazione che si è sentita già nelle sue prime dichiarazioni quando ha detto di «voler accompagnare e se possibile facilitare» un’intesa in Parlamento. E ha aggiunto con «necessaria sollecitudine» proprio a indicare che non si pone l’orizzonte della fine della legislatura che resta nelle mani dei partiti e della capacità di fare un’intesa sulle regole. Nel faccia a faccia tra i due al Quirinale la strada delineata è che il Governo seguirà il «solco» del precedente ma starà fuori dalla discussione sulla legge elettorale che sarà lasciata nel pieno dominio delle Camere.

Il nuovo premier ha delineato il perimetro dell’Esecutivo che nascerà e che già oggi potrebbe dare la lista dei ministri al capo dello Stato, domani giurare e mercoledì ricevere la fiducia per rappresentare l’Italia al Consiglio Ue di giovedì. «Un governo - ha detto Gentiloni - nella pienezza dei propri poteri, per rassicurare i nostri concittadini e affrontare con il massimo impegno e con la massima determinazione le priorità internazionali, economiche, sociali, a iniziare dalla ricostruzione delle zone colpite dal terremoto». Le banche saranno la prima emergenza e sotto quell’impulso che i tempi sono diventati rapidissimi.

Ma il ritmo sostenuto per la soluzione alla crisi è quello che ha impresso Sergio Mattarella. Chi si aspettava da un ex democristiano lunghi riti, consultazioni ripetute e un ritmo da prima repubblica si è dovuto ricredere. Il capo dello Stato sin dall’inizio ha scelto la strada di una accelerazione alla crisi consapevole dei problemi che si dovevano affrontare, in primo luogo la vicenda Mps. In meno di una settimana si è chiuso un iter che poteva sfuggire dal controllo e che invece è rimasto saldamente nelle mani del Colle e dei suoi paletti. Soprattutto quello che senza una nuova legge elettorale non c’è lo scioglimento delle Camere.

Ed è stato presente anche Matteo Renzi, nel colloquio così come nelle prime dichiarazioni del premier incaricato che gli ha riconosciuto «coerenza» e senso di responsabilità. Un giudizio condiviso dal capo dello Stato che, come confermano i suoi più stretti collaboratori, ha apprezzato la scelta del Pd e del suo segretario di assumersi l’onere di sostenere un Governo che non avrà un compito facile.

Infine una piccola ricostruzione su come è nata la candidatura che sabato notte sembrava essersi incagliata in quel silenzio del Pd sul nome. Un fatto «insolito» che aveva spiazzato Sergio Mattarella il quale attendeva una traccia anche sulla personalità prescelta dal partito e dal segretario Matteo Renzi. Quel silenzio aveva perfino fatto pensare in un supplemento di riflessione da parte del premier dimissionario sulla possibilità di riprendere l’incarico e dunque si chiedeva al Pd e a Palazzo Chigi di fare più chiarezza.

In sostanza, dal Colle si voleva fosse cristallino il fatto che l’Esecutivo che nasce non è del Presidente ma è generato da una volontà politica del Pd e del suo leader. Per rendere evidente questo passaggio serviva quindi un’indicazione chiara sul nome che è arrivata dopo una telefonata di Renzi nella tarda serata di sabato. Tolto questo dubbio, Mattarella ha deciso di chiamare il ministro degli Esteri per convocarlo al Quirinale alle 12.30 di ieri. Non ci sono state obiezioni sulla personalità di Gentiloni, anzi, c’è stato un alto apprezzamento del Quirinale che considera l’esperienza di lungo corso del premier insieme all’esperienza maturata alla Farnesina, un mix importante per reggere gli appuntamenti che ci aspettano.

Dopo l’incarico, che Gentiloni come di prassi ha accettato con riserva sono partite le sue consultazioni alla Camera per la lista dei ministri. Ma oggi, oltre la squadra di governo dovrà cominciare a occuparsi anche del dossier banche, il più scottante.

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