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M5S: Aventino sulla fiducia

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M5S: Aventino sulla fiducia

Il M5S non parteciperà al voto di fiducia al nuovo governo. E si prepara a una mobilitazione. Quando alla fine delle consultazioni arrivano le parole del capo dello Stato Sergio Mattarella («Il nostro Paese ha bisogno in tempi brevi di un governo nella pienezza delle sue funzioni») appare lampante che la linea dei Cinque Stelle non è passata e che l’orizzonte delle elezioni si allontana. Perché i capigruppo Giulia Grillo e Luigi Gaetti che ieri sono saliti al Colle (accompagnati dal responsabile della comunicazione al Senato Rocco Casalino) hanno esposto al presidente la soluzione opposta: alt a nuovi esecutivi, lasciare in carica il governo dimissionario soltanto per l’ordinaria amministrazione e poi andare subito al voto con il Legalicum, ovvero l’Italicum modificato dalla Consulta ed esteso al Senato. «La volontà dei cittadini va rispettata #VotoSubito», ha sintetizzato con un tweet Beppe Grillo.

I pentastellati reagiscono alle dichiarazioni di Mattarella con una nuova assemblea dei gruppi parlamentari, che sceglie la piazza (da definire tempi e modi) e l’Aventino sul voto di fiducia al prossimo governo. Il deputato Danilo Toninelli commenta: «Per noi la legislatura è finita. Loro in Parlamento a preparare l’Anticinquestellum e noi nelle piazze a presentare il nostro programma». La tesi, riassunta dai capigruppo, è chiara: è «impensabile che di fronte al risultato del referendum questa classe politica possa sprecare tempo e denaro pubblico per una nuova legge elettorale». Si profila «un tradimento della volontà popolare». E un nuovo governo, «ancora una volta calato dall’alto, non avrebbe la legittimazione popolare» e continuerebbe a imporre ricette economiche «lacrime e sangue». Tira già aria da campagna elettorale, con il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio che affonda contro Renzi: «Le sue consultazioni parallele sono un atto di scortesia e arroganza incredibile». Alessandro Di Battista rincara: «Italiani traditi. Vogliono cambiare la legge elettorale contro di noi, perché siamo nemici della partitocrazia».

Il Movimento balla da solo, esclude alleanze o tavoli. Sulla legge elettorale, in Parlamento la linea emendativa correrà sul filo del Democratellum, il proporzionale lievemente corretto con 42 collegi su base pluriprovinciale, preferenze e soglia “naturale” al 5% che finora era stato accantonato. In termini di strategia politica, adesso ci si concentrerà sul programma (è cominciata la discussione online sull’energia, a breve si proseguirà sulla politica estera). E l’allontanarsi delle elezioni - almeno fino a giugno, sono convinti i grillini - ha un vantaggio: regala al M5S tempo prezioso per decidere il metodo di selezione del candidato premier e della squadra. Attenuando le tensioni tra quelle «correnti» che Grillo ha invitato alla calma.

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