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Confermate squadra e priorità per l’economia

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crescita e industria 4.0

Confermate squadra e priorità per l’economia

Dopo svariati esempi del passato di rapidi e anche imprevisti avvicendamenti - basti ricordare i quattro ministri nominati allo Sviluppo economico negli ultimi tre anni - la lista del nuovo premier Gentiloni evidenzia continuità in vista di delicati passaggi di politica economica e politica industriale.

Le conferme di Padoan e Calenda e il ritorno di un ministero per il Mezzogiorno: per ora il team economico del governo riparte da qui, in attesa di capire se Palazzo Chigi continuerà ad avvalersi del lavoro di coordinamento fin qui svolto dal sottosegretario Tommaso Nannicini. Padoan può rappresentare in sede europea una rassicurante conferma sul complicato fronte delle banche, dominato dalla ricapitalizzazione del Monte dei Paschi di Siena ma anche dalla difficile cessione delle quattro good bank (Banca Etruria, Banca Marche, Carichieti e Cariferrara) e dalla riforma delle popolari già messa nel mirino dal Consiglio di Stato e tra non molto dalla Corte costituzionale.

Con Bruxelles, poi, Padoan dovrà ancora una volta confrontarsi sulla manovra: entro marzo bisognerà quasi certamente procedere alla correzione di 1,5 -2 miliardi che l'Europa potrebbe chiedere all'Italia per non mancare il pareggio di bilancio. Calenda invece, dissolte le indiscrezioni che lo avevano accreditato come possibile nuovo ministro degli Esteri, ripartirà sicuramente dall'implementazione del piano Industria 4.0, presentato lo scorso settembre dopo diversi mesi di preparazione e concretizzato nella legge di bilancio con 13 miliardi di coperture in otto anni per incentivi fiscali.

Da un lato bisognerà verificare con attenzione se le stime sulla crescita degli investimenti privati saranno rispettate, già nei primi mesi del 2017, e dall'altro bisognerà distribuire con attenzione le risorse per i centri di competenza che ruoteranno intorno ad alcune università di eccellenza. Nel contempo Calenda continuerà a lavorare alla nuova Strategia energetica nazionale, che dovrebbe essere presentata ad aprile prima del prossimo G7 energia. Sarà questo uno dei principali test del nuovo governo in tema di politica industriale, e sarà importante verificare se si riusciranno a mantenere almeno gli elementi positivi della precedente strategia evitando stravolgimenti che potrebbero essere controproducenti.La vera novità come detto è, almeno da un punto di vista politico, la nascita di un ministero per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno, affidato a Claudio De Vincenti.

Dopo le esperienze di Fabrizio Barca (governo Monti) e Carlo Trigilia (governo Letta) torna un ministero con il compito di gestire le politiche di coesione alimentate dai ricchi serbatoi di risorse della nuova programmazione 2014-2020. Nel frattempo però è diventata operativa l'Agenzia per la coesione territoriale e anche per questo saranno i risultati a dimostrare se il nuovo ministero si rivelerà una scelta vincente o una sovrapposizione. Le conferme di Graziano Delrio alle Infrastrutture e di Giuliano Poletti al Lavoro possono significare continuità sulle scelte avviate in tema di investimenti pubblici e sull'implementazione delle nuove regole della previdenza. L'ultima incognita da sciogliere è invece relativa al team di Nannicini che nei mesi scorsi ha coordinato la strategia di diversi dossier, tra gli altri proprio le pensioni, oltre alle misure di attrazione di investitori e capitali esteri.

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